«Le nostre esperienze iniziali sono state ispirate dalla domanda “quale futuro costruire?”. Così nella città più grande dell’America Latina, São Paulo, ci siamo rivolti ad esplorare esempi di agricoltura urbana per provare a rispondere che il futuro più auspicabile è quello che ricercherà un tipo di sostenibilità diretta e localizzata – un futuro basato sul recupero e sulla costruzione di spazi verdi, invece di altri edifici. Per provare questo, con l’aiuto fondamentale dei volontari di Horta CCSP, abbiamo iniziato paragonando un ottimo istituto di prodotti organici ad alcuni grossi supermercati; siamo andati avanti visitando vari orti comunitari, collettivi impegnati nel sociale accompagnati da azioni di coltivazione, piazze recuperate grazie a tanta gente che ha a cuore la cosa pubblica ed esprime così la propria partecipazione nella società civile; per finire con una ong che aiuta famiglie di periferia a crearsi una rendita da orti impiantati in zone abbandonate a se stesse. Per saperne di più, vi invitiamo a leggere il nostro blog
echoesofecologies.noblogs.org».
«Qui ci teniamo a dirvi che dalla nostra permanenza paulista abbiamo notato la gentilezza e spontaneità delle persone (a cominciare dalle ragazze che ci hanno ospitato), l’evidente differenza di vegetazione (ai nostri occhi molto più imponente e meno addomesticata), la presenza di tantissime attività eco-sostenibili e giovani che ad esse si donano. Le curiosità interessanti sono: le costruzioni secondo la permacultura; la protezione delle api native senza pungiglione, di cui ne esistono circa 300 specie; la ricerca delle pancs (piante alimentari non convenzionali) e metodi di coltivazione agroecologica. Nonostante il difficile ed ingiusto contrasto tra povertà e ricchezza, siamo convinti che, anche qui, grazie all’educazione e diffusione di nuove idee e pratiche si possa cambiare la tendenza generale ed avere un mondo in cui gli esseri umani si sentano dentro al cerchio vitale. In questi giorni saremo ospiti della città costiera di Florianopolis, ma per sapere come ci siamo passati e da dove siamo aspettate il nostro prossimo racconto…».
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