Il sostegno durante gravidanza e parto
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Nel periodo della gravidanza, e durante e dopo il parto, anche in Italia è possibile contare sull’appoggio di figure non sanitarie che richiamano e valorizzano saperi e competenze che le donne possono riscoprire.
Il parto non è una malattia: questa frase viene ripetuta come un mantra ormai da tempo, da quando si è cominciato a tentare di mettere un freno alla medicalizzazione della nascita che ha caratterizzato questi ultimi decenni. Eppure nell’immaginario della società contemporanea il luogo dove partorire è ancora l’ospedale e le figure che assistono le madri sono e restano i medici, con qualche concessione nei confronti delle ostetriche che stanno rivendicando con forza le loro competenze, esclusive quando si tratta di gravidanze fisiologiche. A sancire questa competenza esclusiva sono le tesse linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità1, che definiscono il dIritto, in situazioni di normalità, ad avere un’assistenza non medicalizzata. Ciò implica che sia l’ostetrica a gestire il momento della nascita, sia nella struttura ospedaliera che a domicilio. Se il parto è dunque da considerare come un momento che fa parte della fisiologia femminile, la gravidanza va intesa e affrontata con la medesima prospettiva e, dunque, demedicalizzata laddove non si riscontrino patologie.
In Italia la sensibilità su questi fronti sta aumentando e a sostegno della donna che vive l’intensa esperienza della maternità sono presenti figure che possono giocare un ruolo molto importante. Si tratta delle educatrici prenatali e perinatali, delle doule, delle donne «alla pari» che mettono a disposizione le loro conoscenze ed esperienze, dei gruppi di auto-aiuto presenti per esempio negli ospedali cosiddetti «amici dei bambini».
Scopriamo quali sono e come lavorano queste figure. Leggi l’articolo completo sul numero di marzo di Terra Nuova con le informazioni su dove trovare le operatrici e quali sono le occasioni per la formazione in Italia.
