Feldenkrais: la grammatica del movimento
La nascita di questa affascinante disciplina risale attorno al 1950. Tutto partì da un’esperienza personale: il fisico e ingegnere Moshé Feldenkrais (1904-1984), prima cintura nera di judo in Europa, aveva un problema a un ginocchio che nessun medico era riuscito a risolvere. Per questo mise a punto un particolare programma di rieducazione, che alla fine lo portò alla guarigione. Per vent’anni tuttavia il lavoro di Feldenkrais si svolse nell’anonimato, finché attorno agli anni ’70 ottenne i primi riconoscimenti internazionali. Da lì a breve, il suo metodo si diffuse in Europa e negli Stati Uniti.
I principi e gli obiettivi
Alla base delle teorie elaborate da Feldenkrais sta l’idea che ognuno di noi si comporta secondo l’immagine che ha di se stesso, un’immagine che governa in modo inconsapevole ogni nostro atto. L’uomo, a differenza degli animali che rispondono soprattutto a schemi d’azione istintivi, ha un bisogno innato di apprendere in base alla propria esperienza, creando sempre nuove connessioni neuronali che gli permettono di svilupparsi come individuo. Tuttavia gli influssi ambientali, l’educazione e l’autoeducazione possono inficiare queste risorse innate.
Ad esempio, fin da piccolo il bambino è guidato dall’adulto a muovere i primi passi. Purtroppo però non sempre le tappe psicomotorie sono rispettate e qualunque forzatura può generare i primi anelli mancanti nello sviluppo armonico del movimento. Seguono poi altre fasi, in cui azioni quotidiane ripetute per anni, emozioni inespresse, rabbia e ansia modellano muscoli e ossa in un certo modo fino al punto in cui il soggetto percepisce certi movimenti come gli unici possibili.
La persona, ingabbiata in posizioni del corpo stereotipate, non ha più coscienza del proprio essere in movimento e il corpo assume cattive posture, che rappresentano la controparte fisica di questo conflitto interiore; ne conseguono inutili dispendi energetici, cattiva respirazione, tensioni muscolari diffuse e probabili disfunzioni organiche.
Inoltre, la moderna neurofisiologia dimostra come una riduzione dei movimenti corrisponda a una diminuzione delle connessioni neuronali. In pratica è come se alcune parti del cervello non più utilizzate si atrofizzassero.
Obiettivo del Feldenkrais è liberare il corpo da tutti questi condizionamenti e da tutte le tensioni muscolari superflue che ci causano sforzi inutili. Come sostiene la professoressa Turino, responsabile dell’associazione per lo studio del metodo Feldenkrais, questo è uno dei pochi apprendimenti davvero olistici, dove mente e corpo sono intimamente e profondamente associati, al punto che, con la pratica costante, il soggetto torna in grado di sperimentare non solo nuove possibilità di movimento e nuove posture, ma anche cambiamenti profondi sul piano della crescita emotiva e mentale.
La metodologia
I metodi proposti sono due: da una parte le lezioni individuali, dette anche Integrazione funzionale (IF), dall’altra le lezioni di gruppo, meglio conosciute come Conoscersi attraverso il movimento (CAM). L’obiettivo di entrambe le tipologie di lavoro è lo stesso: insegnare al corpo a organizzarsi in modo da potersi muovere con il minimo sforzo e il massimo dell’efficienza.
Nel lavoro di gruppo la persona agisce guidata dalla voce dell’insegnante, che invita a compiere una serie di movimenti lenti e in successione. Il lavoro può svolgersi in piedi, da seduti, stando sul fianco, distesi, proni o supini. Molte sequenze rievocano le tappe dello sviluppo motorio del bambino, altre pongono l’accento su piccoli movimenti della vita quotidiana.
Caratteristica comune è la lentezza e la piacevolezza nell’esecuzione dei movimenti, che devono avvenire senza sforzi né dolori, dando sempre la priorità al movimento migliore per il soggetto anziché a quello più «giusto». Ogni piccolo errore o limite percepito nel corpo viene vissuto con gioia, come imprescindibile tappa di un sano apprendimento.
Nel lavoro individuale, invece, la persona è distesa su un lettino basso, comodamente vestita. In questo caso ad agire sono le mani dell’insegnante che, attraverso tocchi, spinte, pressioni e carezze, guida la persona a scoprire nuove possibilità di movimento. Non esiste alcun modello da imitare ma, attraverso ripetizioni e piccole varianti, il soggetto sperimenta il piacere del lasciarsi andare, creando a livello inconscio una nuova immagine neuromuscolare del movimento. Il rapporto tra insegnante e allievo è assolutamente paritario e sincronico, tanto che Feldenkrais amava definirlo un danzare insieme.
Applicazioni e benefici
Chi pratica il Feldenkrais percepisce fin dalle prime sedute un senso di benessere e rilassamento diffuso in tutto il corpo. Tuttavia per apprezzare la ricchezza del metodo occorrono in genere almeno due mesi di pratica costante. Con il tempo si diventa sempre più coscienti del proprio schema corporeo, apportando modifiche anche nei movimenti abituali della vita quotidiana.
La muscolatura acquisisce un tono uniforme; tutti i movimenti risultano semplificati senza inutili tensioni e irrigidimenti; aumenta la sensibilità percettiva verso le sensazioni del proprio corpo; migliora il senso dell’equilibrio, l’orientamento, la coordinazione e la capacità di apprendimento, sia fisico che mentale; la respirazione si fa più profonda Moshé Feldenkrais al lavoro con una e migliora lo stato di salute globale bambina della persona.
A chi è adatto il Feldenkrais
In quanto «grammatica del movimento», praticamente tutti possono beneficiare di questo metodo.
In genere è indicato per ridurre il dolore e gli stati d’ansia, o restituire funzionalità e capacità motorie in soggetti con problemi ortopedici, come in caso di mal di schiena, scoliosi, artrosi, discopatie, fibromialgie, cefalee. È utile anche come supporto riabilitativo in seguito a traumi, incidenti o interventi chirurgici e in generale per tutti i disabili cronici, per i soggetti colpiti da ictus, paralisi cerebrale, sclerosi multipla e Parkinson.
Il metodo Feldenkrais è inoltre utilizzato da molti sportivi e ballerini per migliorare la qualità delle proprie musicisti e cantanti per arricchire il proprio repertorio artistico.
È interessante l’utilizzo di questa disciplina fin dall’età pediatrica poiché, come ci spiega Tina Broccoli, responsabile del Centro scientifico del movimento metodo Feldenkrais, l’uomo trascorre tutta la vita a fare i conti con la gravità. Le soluzioni migliori per non essere schiacciati dalla forza gravitazionale e sviluppare una buona verticalità nascono proprio nell’infanzia. Per questo è fondamentale che il bambino attraversi tutte le tappe evolutive, strisciando e gattonando a terra, a contatto il più possibile con il pavimento e non protetto e recintato in morbidi box e girelli.
La formazione
Si diventa insegnanti certificati dopo un percorso di formazione lungo e rigoroso. Requisito indispensabile per accedere alla scuola è quello di conoscere già il metodo e quindi di aver già lavorato su se stessi (è sufficiente contattare il centro più vicino alla propria residenza per iniziare la pratica).
In seguito si può accedere a una delle diverse scuole certificate; la formazione ha una durata quadriennale e il programma è incentrato su 40 giornate di corso (circa 800 ore) suddivise in parti teoriche, pratiche e di supervisione che arrivano quasi a triplicare il monte ore totale.
Il 50% della formazione resta prevalentemente incentrata sul lavoro su se stessi. La formazione è garantita da più trainer, in modo da offrire una panoramica completa della ricca complessità del metodo.
In Italia il punto di riferimento per tutte le persone interessate è l’Associazione italiana insegnanti metodo Feldenkrais (AIIMF), fondata nel 1987, a cui possono aderire tutti gli studenti al termine del secondo anno. L’obiettivo è quello di promuovere la diffusione del metodo e preservarlo nel suo codice etico e nella sua originalità. Una volta ottenuto il diploma, riconosciuto a livello internazionale, gli insegnanti sono tenuti ad aggiornarsi costantemente attraverso corsi di post formazione, seminari, partecipazione a convegni e ricerche.
Sbocchi lavorativi
Il metodo Feldenkrais è una professione in fase emergente. Essendo una disciplina di cui tutti possono beneficiare, può trovare ampia applicazione in svariati ambiti e può essere svolto in libera professione o in equipe. In genere può costituire un ottimo arricchimento professionale per medici, psicoterapeuti, terapisti della riabilitazione, educatori, psicomotricisti, ballerini e allenatori sportivi. Il 19 dicembre scorso è stata approvata dalla camera una legge che riconosce il Feldenkrais tra le nuove professioni organizzate in associazioni.
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Libri per curarsi secondo natura: indicazioni pratiche, rimedi naturali, ricette con le erbe, discipline olistiche e alimentazione per una vita sana e in salute.