Molte creme solari, prodotti di bellezza e make-up contengono a nostra insaputa nanoparticelle. Cosa sono, cosa acquistare e come autoprodurre creme e cosmetici naturali.
Le nanoparticelle sono delle componenti di grandezza microscopica che destano non poche preoccupazioni tra i consumatori più consapevoli, preoccupati per la possibile penetrazione all’interno dell’organismo, con relativo accumulo di sostanze tossiche.
In base al nuovo Regolamento europeo, che entrerà in pieno vigore a partire dall’11 luglio 2013, le case produttrici saranno obbligate a segnalare in etichetta la presenza di nanomateriali nei loro prodotti, indicando per filo e per segno le proprietà delle nanoparticelle utilizzate e il loro livello di tossicità.
Purtroppo nell’immaginario comune, ma anche in buona parte del mondo scientifico, la cute viene concepita come una barriera impermeabile alle sostanze esterne, ma vi sono evidenze sperimentali che dimostrano come alcuni tipi di nanoparticelle possano penetrare la cute e raggiungere l’epidermide e il derma in misura tanto maggiore quanto più piccola è la loro dimensione.
Nel 2007 lo studio europeo Nanoderm aveva escluso che le nanoparticelle di biossido di titanio e di ossido di zinco potessero penetrare attraverso la cute, definendo sicura l’applicazione cutanea di creme contenenti tali ingredienti. Ma successivamente uno studio australiano del 2010 realizzato alla Macquarie University aveva dimostrato il contrario, rilevando tracce di zinco a livello ematico e urinario nei pazienti dopo applicazione cutanea di queste creme. Il biossido di titanio è un materiale fotoattivo e l’esposizione solare può determinare la liberazione di radicali liberi nella cute esposta, con potenziale effetto genotossico.
Il nuovo Regolamento europeo andrà a sostituire la legge di riferimento italiana per i prodotti cosmetici, la n. 713 del 1986, modificata più volte nel corso degli anni. Avrà la funzione di armonizzare le disposizioni già esistenti in materia, tenere conto dei progressi e dei cambiamenti avvenuti nel settore, nonché di chiarire le attuali norme sulla sicurezza dei cosmetici. Il recepimento in tutti gli Stati membri sarà automatico.
C’è adesso da augurarsi che la pubblicazione di etichette trasparenti favorisca la conoscenza approfondita di queste sostanze, che vedono sempre maggiori applicazioni in tutti i campi, incluso quello alimentare, dove sono già presenti centinaia di prodotti. Secondo l’associazione Friends of the Earth, che si è occupata dell’argomento a più riprese, siamo di fronte a un rischio ancora più grande degli ogm. Infatti, se gli ogm riguardano principalmente l’alimentazione, le nanotecnologie sono utilizzate in tutti i settori.
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