Siamo andati nel cantiere de LeCaseFranche, dove i 19 appartamenti e la casa comune stanno per essere ultimati.
Vi ricordate il servizio di Terra Nuova sul progetto di cohousing
LeCasefranche di Forlì?
La pubblicazione avveniva agli albori del progetto, quando il
team dello studio di architettura
Clusterize progetti responsabili proponeva un cohousing prossimo alla città, nella prima campagna di S. Martino in Villafranca.
Dal progetto su carta, ecco che oggi il sogno si sta materializzando.
Interno: una delle stanze della casa comune
Domenica 3 Ottobre si è svolto un pic nic in cantiere, per far conoscere il progetto ed il gruppo di coabitanti alla popolazione forlivese. Un pranzo insieme per prendere contatto con quello che sarà un polmone verde dell’area periferica della città. “Verde” non solo per la campagna che lo circonda ma anche per la scelta dei materiali che sono stati adoperati per costruirlo. “Verde” per indicare l’ecologia delle relazioni tra gli abitanti, per la sostenibilità delle decisioni condivise, per il supporto sociale di cui si farà carico il gruppo. Infatti, 2 dei 19 alloggi previsti saranno destinati a persone in difficoltà, scelte tra le liste del Comune. “Verde” per la mobilità: la pista ciclabile collega al centro della città e un parco pubblico delimita il cohousing e lo rende uno spazio accessibile a tutti. Entrambi sono stati realizzati con il contributo dei coabitanti ed è loro onere e onore mantenerli nel tempo.
La vista su Lecasefranche dalla pista ciclopedonale
La casa comune
Al centro del cohousing, un edificio blu, sintetizza lo spirito di questo condominio solidale. E’ la cosidetta Cohouse, la casa comune, un edificio in cui presto si svolgeranno incontri, riunioni, momenti conviviali, feste. E’ previsto uno spazio per i bambini, uno per la piccola biblioteca, uno per la cucina e la dispensa comunitaria, uno per attività fisiche e formative. La costruzione della casa comune è stata affidata alla ditta costruttrice ma tutte le rifiniture, scale interne, balconi, imbiancatura e altri piccoli lavori sono affidati al gruppo di futuri abitanti. La casa comune diventa uno spazio in cui intrecciare relazione, conoscersi nel concreto e testimoniare una storia collettiva.
Interessante la scelta dei punti di accesso alla cohouse: uno rivolto verso il cortile interno del complesso residenziale, l’altro che si apre direttamente sulla pista ciclabile pubblica. Un simbolico incontro tra gli abitanti del cohousing e i concittadini, lo spazio del gruppo come ponte tra il mondo e il singolo.
La casa comune
Le abitazioni
Le abitazioni hanno la struttura portante in legno, come anche le pareti realizzate con la tecnica dell’
x-lam. I progettisti hanno puntato al massimo risparmio energetico e poi fornito alla struttura di impianti di approvvigionamento di energia rinnovabile, come i pannelli fotovoltaici, solari termici e impianto geotermico. Un’attenzione speciale all’acqua piovana e le acque grigie che sono raccolte e riutilizzate. Nessuna casa è collegata al gas, si cucina su piastre ad induzione grazie all’energia prodotta dal sole. Dietro ogni casa apparirà un orto, davanti un piccolo giardino privato e oltre il percorso pedonale, il parco pubblico e la pista ciclopedonale. Per le queste caratteristiche ecologiche, la capacità di mescolare spazi pubblici e privati, nel 2010 il progetto ha vinto il premio per la “Sostenibilità ambientale, soluzioni bioecologiche e bioedilizie” di IQU – Innovazione e Qualità Urbana. Nessun appartamento supera i 90 metri quadri ed ognuno è modulabile: questo ha permesso ad ogni famiglia di personalizzare la propria casa. Ecco che, passeggiando nel cantiere, cambiano colori, forme e dimensioni, a seconda dell’angolazione da cui si guarda.
Retro de Lecasefranche
Vuoi saperne di più su ecovillaggi e cohousing? Clicca sull’immagine!