Come smaltire i metalli pesanti
È possibile smaltire i metalli pesanti dal nostro corpo in modo naturale e non invasivo?
La risposta è sì, purché ci si affidi a una detossinazione profonda dei tessuti attraverso la pratica del digiuno, una dieta vegano-crudista e l’assunzione di rimedi naturali dall’effetto chelante. Quest’opera sinergica riattiva tutti gli organi emuntori, permettendo all’organismo di espellere tossine e veleni. L’importante è procedere per gradi e sempre sotto il controllo e la guida di un medico esperto.
Innanzitutto è fondamentale ridurre l’apporto di ulteriori tossine riducendo al minimo il consumo di: alimenti industriali e confezionati; zucchero e altri dolcificanti raffinati che abbassano le scorte di vitamine, acidificano e predispongono a fenomeni infiammatori; glutine e caseina, che appesantiscono e riempiono di muco l’intestino; uova, soia e mais; pesce di grossa taglia e frutti di mare per evitare ulteriori intossicazioni da mercurio e piombo; carni animali e derivati, che oltre ad appesantire il lavoro di fegato e intestino sono gravosi per i reni; caffè, alcol, cioccolato, sale e fumo.
Il secondo passo importante sarà ripristinare la salute intestinale per rendere di nuovo efficiente il sistema immunitario. Attraverso opportuni integratori come vitamina A, acidi grassi omega, semi di pompelmo e olio di semi di lino è possibile sfiammare e riparare le mucose intestinali. Fondamentale è poi l’assunzione di prebiotici e probiotici come lactobacillus acidophilus per proteggere l’intestino tenue, bifidobacterium per proteggere il colon retto, bifidobacterium bifidum per detossinare il fegato, bifidobacterium lungum e infantis per creare acido lattico e acetico, ostile ai microrganismi dannosi.
Dopo una pratica di digiuno e semidigiuno, accompagnato da acqua preferibilmente bollita, sarà fondamentale adottare un’alimentazione vegano-crudista, la cui straordinaria carica energetica, dovuta all’assenza di rallentamenti digestivi, acidificazioni e putrefazioni risveglierà efficacemente tutto il sistema immunitario. Per riparare i danni cellulari si può ricorrere a integratori di vitamina C come camu-camu, rosa canina e acerola, vitamina A, contenuta nell’olio di germe di grano, acidi grassi, zinco, selenio e magnesio. Bene consumare inoltre molti cibi sulfurei (cavoli, aglio), che grazie alla presenza di gruppi sulfidrili ossidano e rendono solubili in acqua i metalli pesanti.
L’ultimo passo importante sarà assumere agenti chelanti naturali, che entrando in circolazione nel sangue siano in grado di legarsi ai metalli depositati nelle cellule e sia dunque possibile espellerli tramite urine, feci e sudore. Recenti studi condotti dal dottor Klinghardt(1) hanno evidenziato come il coriandolo, appartenente alla famiglia delle umbrelliferae, sia in grado di mobilitare mercurio, cadmio, piombo e alluminio nelle ossa, nel sistema nervoso centrale, ma soprattutto negli spazi intracellulari e nel nucleo. In associazione è consigliata l’assunzione di clorella, un’alga verde monocellulare ricchissima di clorofilla, o di argilla verde ventilata, un silicato idrato di alluminio per uso interno; entrambi hanno un effetto assorbente, depurante, antisettico e rimineralizzante.
Per le intossicazioni da uranio che colpiscono soprattutto i reni, viene in aiuto il bicarbonato di sodio, che rende le urine alcaline e quindi meno attaccabili dagli ioni uranile. Da uno studio condotto in New Mexico(2), il bicarbonato sembra anche in grado di rimuovere dai terreni resti di vernici, radiazioni e sostanze chimiche nocive.
L’ultima frontiera nell’ambito della chelazione naturale è rappresentata dagli zeoliti, minerali microporosi di origine vulcanica, formati dall’incontro di lava incandescente e acqua marina: sono costituiti da piccoli canali porosi in grado di legare tossine, metalli pesanti, radicali liberi e cationi radioattivi. Oggi la zeolite è classificata come dispositivo medico e disponibile in capsule, compresse e estratto liquido.
Note:
1. D. Klinghardts, PhD, Chelazione: come rimuovere dal corpo mercurio, piombo e altri metalli- Scienze naturali – Milano, 2005
2.Studio condotto nei Los Alamos National Laboratory dal ricercatore Don Yor
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