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Il mondo spiegato ai bambini

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Nelle domande dei bambini c’è racchiuso l’intero universo, un assoluto che poi crescendo si dimentica e che può invece, se portato alla coscienza, divenire un immenso patrimonio interiore. Thich Nhat Hahn riesce nel suo nuovo libro “Perchè esiste il mondo”, a parlare ai più piccoli della vita.
Sono molto più vecchio dei bambini che mi hanno interpellato ma ogni volta che ci sediamo e respiriamo insieme, sembriamo tutti uguali. Siamo l’uno la continuazione dell’altro (Thich Nhat Hanh).
Perché esiste il mondo? è un testo illustrato a colori dedicato ai bambini che apre la nuova collana libri di Terra Nuova Edizioni dal titolo ” Terra Nuova dei piccoli“.
Con la profondità della sua saggezza e l’arguzia della sua ironia, il maestro zen Thich Nhat Hanh risponde alle domande sincere, difficili, divertenti che bambini e bambine di tutte le età gli hanno posto nel corso degli anni. Un libro da leggere insieme ai più piccoli per introdurli ai principi della consapevolezza e della pace.

Il mondo spiegato ai bambini 

Nelle domande dei bambini c’è racchiuso l’intero l’universo, perché loro vengono da lì, da un assoluto che poi crescendo si dimentica. In loro si agitano i pensieri profondi dell’infinito, che non può essere compreso dalla mente ma che, se lo permettiamo (e i bambini lo permettono), ci pervade, anima, corpo e spirito. Per questo, quando domandano, regalano agli adulti momenti di rara saggezza. Poi, gli intuiti, le grandi aperture, le profondità che i bambini portano con sé in questo mondo possono diventare consapevolezza se ne sapranno prendere coscienza. E forse mai come in questo momento c’è di questo un assoluto bisogno. Allora può essere di aiuto qualcuno che ha già percorso quella strada, qualcuno che comprenda la profondità di pensieri e domande e, con dolcezza, calore e affetto, possa restituire una saggezza matura, compiuta, che arrivi anche al cuore e alla ragione.
Lo sa fare molto bene il monaco zen Thich Nhat Hanh, fondatore della comunità Plum Village in Francia, autore di saggi e mente illuminata. «Sono tante le domande che i bambini mi hanno rivolto negli anni, ho sempre cercato una risposta che offrisse loro ciò che di meglio posso donare» spiega. «Una buona domanda non è necessario che sia lunga. E se viene dal cuore può essere d’aiuto a un sacco di persone. Sono molto più vecchio dei bambini che mi hanno interpellato, ma ogni volta che ci sediamo e respiriamo insieme sembriamo tutti uguali. Siamo l’uno la continuazione dell’altro».
Un’onda, senza soluzione di continuità, che si muove in un mondo denso di significati. E quando un bambino chiede « Perché esiste il mondo?», Thay, come è solito farsi chiamare Thich Nhat Hanh, ha la sua risposta: «Nessuno sa perché esiste il mondo, ma possiamo apprezzarlo comunque. Nel mondo ci sono così tante cose meravigliose! Il tuo corpo è una meraviglia. Un fiore è una meraviglia. Le stelle sono meraviglie. È un peccato notare solo le cose spiacevoli. Anche le cose che alla prima occhiata non sembrano belle sono meraviglie. E così è una meraviglia il fiore di loto ed è una meraviglia anche il fango in cui cresce. Quando sei consapevole delle cose stupefacenti e meravigliose che hai intorno, la vita è piena di gioia».
Poi c’è il mistero della vita, quella che si sperimenta quando su questa terra si può toccare e vedere ciò che ci sta intorno, un momento che noi percepiamo con un inizio e una fine. «Quanto tempo vivrò?» domandano tante volte i bambini a Thay. «Ti do una buona notizia» è solito dire. «Se guardi fino in fondo tutto quanto, puoi renderti conto che vivrai per sempre. Non morirai mai, semplicemente cambierai forma. Tu sei come una nuvola: una nuvola può diventare neve o pioggia ma non può morire. Tu sei come un’onda dell’oceano: dopo che ti sei sollevato e abbassato in forma di onda, continui a far parte dell’oceano. La tua forma cambia ma tu non scompari». Dunque la morte non come fine, ma come passaggio, trasformazione. 
Se il bambino chiede «Come faccio ad avere ancora vicino una persona a cui voglio bene e che è morta?», non crediate che la domanda nasconda rigidità di pensiero. Al contrario, il bambino cerca la conferma di ciò che già sente. «Se una persona che ti è cara non c’è più nella forma che ti è familiare, cercala nelle sue forme nuove» risponde Thay. «Un chicco di mais cresce e diventa una pianta di granturco e questa poi fa una pannocchia che contiene nuovi chicchi. Le persone che ci hanno preceduto e che sono morte nel corpo sono come il chicco originario e tu sei il nuovo chicco; così, tu sei la loro continuazione. Tuo nonno, per esempio, è ancora vivo in ogni cellula del tuo corpo, puoi parlargli tutte le volte che vuoi».
I sentimenti della paura e della rabbia inducono nei bambini un forte disagio, persino fisico. «Tu cosa fai quando hai paura o quando ti arrabbi?» chiedono spesso i bambini a Thay. «Di solito quando abbiamo paura scappiamo da quello che ci spaventa. Io quando sono spaventato respiro a fondo e mi calmo; cerco di smettere di pensare e di limitarmi a respirare. Questo mi aiuta sempre» spiega. «Ogni volta che ho lo stomaco sottosopra riempio una borsa di acqua calda e me la metto sullo stomaco, e nel giro di cinque minuti mi sento già molto meglio. Il respiro consapevole è come una borsa d’acqua calda per la mente: ogni volta che applico il respiro consapevole alla paura, mi fa stare meglio». Anche la rabbia può essere trasformata: «Ogni volta che vedo una violenza o una crudeltà mi arrabbio, ancora adesso. Tutti ci arrabbiamo qualche volta. Però possiamo imparare a prenderci cura della nostra rabbia. Se osserviamo da vicino le persone crudeli possiamo notare che dentro hanno un sacco di sofferenza; una volta che ce ne rendiamo conto possiamo essere compassionevoli con loro e migliorare la situazione generando pace, anche se quel che ci succede attorno non è poi tanto pacifico. Possiamo servirci del respiro e della consapevolezza per trasformare l’energia della rabbia in energia della compassione. E quando abbiamo l’energia della compassione possiamo fare un sacco di cose per aiutare le persone a soffrire di meno».
E quando i bambini cercano un senso e una consolazione alla loro solitudine o al sentimento della tristezza, Thay è pronto ad accoglierli: «A volte le persone che hai intorno sono distratte e forse si dimenticano di esprimere il loro affetto. Ma se ti sembra che nessuno ti voglia bene puoi sempre guardare fuori, il mondo della natura. Vedi quell’albero, là fuori? Quel- l’albero ti vuole bene: ti offre la sua bellezza e freschezza e ti dà l’ossigeno da respirare. La Terra ti vuole bene, visto che ti offre acqua fresca e frutti deliziosi da mangiare. Il mondo esprime il suo affetto in tanti modi, non solo con le parole. Quando ti senti triste, una cosa magnifica che puoi fare è sorridere alla tua tristezza. È una pratica semplicissima ma di grande effetto. Il tuo sorriso è come la luce del sole: può esserci il sole anche quando piove. Puoi sorridere e piangere allo stesso tempo, e sarà come se stessi facendo un arcobaleno».
Che splendida occasione, dunque, quella di poter trasmettere ai bambini ciò di cui più hanno bisogno: senso di solidità, sicurezza, rispetto, lealtà, eternità, felicità.
Thay agguanta sempre l’attimo anche quando arriva la più bella delle domande: «Ma tu chi sei? E quanti anni hai?». «Io vengo da molti posti. Vengo da mio padre, vengo da mia madre, vengo dal mio Maestro e vengo anche dall’aria, dalle nuvole e dalla Terra. Sono venuto da molti posti. Sono la continuazione del Buddha, quindi ho duemilaseicento anni. Sono anche la continuazione di mio padre, che oggi avrebbe più di cent’anni se fosse ancora vivo. Allo stesso tempo sono una continuazione di te che hai fatto la domanda, quindi ho anche sei anni».
Un ultimo passo, che poi ridiventa il primo: «Che cos’ è la consapevolezza?», una domanda che anche tanti adulti vorrebbero porgli o avrebbero bisogno di porgli. «La consapevolezza è energia. Questa energia ci aiuta a godere di quello che sta succedendo proprio adesso. L’energia della consapevolezza può darci molta gioia: ci aiuta a soffrire di meno e a imparare dalla nostra sofferenza. Un buon modo per avere un po’ di energia di consapevolezza è chiudere gli occhi e respirare tranquillamente. Basta fare attenzione al respiro: se sai goderti l’inspirazione e l’espirazione, ecco che stai generando l’energia della consapevolezza».
Un senso del mondo e della vita di cui i bambini, ma anche noi tutti, abbiamo grande bisogno.

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