La copertina del mensile di aprile 2014 è dedicata all’auto ecologica. A poco più di un secolo dalla sua apparizione, l’auto ha peggiorato la qualità dell’aria e quella della nostra vita.
L’auto più ecologica è quella che non si usa
Sembra un paradosso, ma è solo da qualche mese che lo Iarc, l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, ha inserito l’inquinamento atmosferico tra le sostanze cancerogene del gruppo 1, lo stesso a cui appartiene l’amianto. Le sostante che inquinano l’aria sono molteplici, ma quella che desta maggiori preoccupazioni è il “particolato fine” creato dal riscaldamento domestico e dal traffico veicolare (PM10 e PM2,5).
Il traffico veicolare svolge quindi un ruolo di primo piano nell’inquinamento atmosferico e anche quando si ha tutta l’intenzione di ridurre il proprio impatto ambientale non è facile scegliere. Come si evine dall’articolo di Gabriele Bindi a pagina 11 del mensile
Terra Nuova Aprile 2014, articolo intitotolato
“Qual è l’auto meno inquinante”, anche se metano e gpl sono le motorizzazioni meno inquinanti, l’unica auto veramente ecologica è quella che non si usa…
A poco più di un secolo dalla sua apparizione, l’auto ha peggiorato non solo la qualità dell’aria, ma anche quello della nostra vita. Se vogliamo lasciare ai nostri figli questo pianeta in condizioni migliori di quanto l’abbiamo trovato, diventa urgente liberarci dall’auto-dipendenza. Ripernsare l’organizzazione del lavoro, del tempo libero, dei consumi e dell’istruzione passando dalla visione a misura di automobile a quella a misura di pedone.
l principio “chi inquina paga” deve valere per l’inquinamento veicolare. I centri commerciali non esisterebbero più se i prodotti in vendita fossero ricaricati dei costi ambientali e sanitari causati dal traffico in più creato da questi templi del consumismo. Le pere dell’Argentina e i giocattoli cinesi non sarebbero più a buon mercato e i prezzi del negozio bio di quartiere sarebbero più bassi di quelli dell’ipermercato.
Bisogna riscrivere le mappe delle nostre città e anche quelle delle nostre menti. Parafrasando Serge Latouche, dobbiamo decolonizzare l’immaginario, liberandoci dal primato dell’auto e cominciare da subito a premiare gli spostamenti prodotti a km zero. Non è un’utopia. Come testimonia Alfredo Bellini a pagina 10 nella rubrica “Mondo ciclabile”, cominciano ad essere numerose le città, Amburgo in testa, che mirano a eliminare completamente l’uso della macchina per gli spostamenti in città.
Basta crederci ed essere disposti a… pedalare.
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