Legno, stoffa e fantasia
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Legno, stoffa e fantasia
Mettere in mano a un bambino di quattro-sei mesi qualcosa che non è naturale, che non è “la terra”, non va bene. Nel giocattolo in legno il bambino trova il mondo naturale. È questo il punto di partenza: mettere il bambino al centro del gioco e non il gioco al centro del bambino. Con i giocattoli in plastica il bambino è solo spettatore perché si tratta di un materiale che emana impulsi più forti. Il legno invece emana impulsi deboli, che non bombardano il bambino ma lo mettono in condizione di scoprire il gioco e di utilizzarlo come più gli piace. Proprio per questo i giocattoli in legno, e in particolare i giochi di costruzioni, sono sempre un buon regalo: con semplici elementi di base e pochi accessori non troppo sofisticati, viene stimolata la fantasia dei bambini di tutte le età.
Scriveva Rudolf Steiner: considerando che nei bambini più piccoli «gli organi si stanno ancora formando», i materiali più adatti per i giochi sono «quelli provenienti dal mondo organico». Il fondatore dell’antroposofia pensava, infatti, che «l’enorme sensibilità di un bambino piccolo» traesse autentici benefici dalla «molteplicità delle forme» e dalla «varietà della natura delle superfici e dei pesi naturali», «caratteristiche uniche e insostituibili». In questo modo il bambino diventa «attivo interiormente, in modo molteplice, attraverso la sua fantasia» utilizzando «giocattoli che ci dà la natura» e di cui fanno parte «gli oggetti creati dalla mano dell’uomo, sia intagliando, sia cucendo». In questo senso il gioco strutturato viene eliminato, così come i materiali non naturali: nei giardini d’infanzia di Steiner i giochi provengono dalla natura, sono irregolari e stimolanti, e permettono un uso fantasioso da parte del bambino.
A differenza dei giocattoli in plastica, il legno ha una temperatura naturale piacevolissima. Anche per questo è uno dei materiali più indicati per la costruzione di giocattoli: caldo, naturale, raccomandato dai pedagogisti. Il legno emana un profumo molto particolare ed è piacevole al tatto, specialmente se non viene lucidato. Per questo i professionisti del legno utilizzano vernici senza pellicole di protezione: per esaltarne la naturale porosità. Mettere in bocca un giocattolo di legno, piuttosto che un giocattolo di plastica, è qualcosa di perfettamente naturale. Un ritorno all’antico dunque. Ai cari, vecchi trenini e cubi di legno, ai giochi da tavolo e da scacchiera fatti a mano.
Per quel che riguarda le bambole e gli orsacchiotti invece, bandita la plastica, l’ideale sono le fibre naturali. Il Soysilk è una fibra che nasce dalle proteine della soia, morbida e calda e viene utilizzata per produrre un vero e proprio orsetto ecologico: il «Tofu-Bear». Questo «tofu-orsetto» può essere abbracciato, baciato e se «necessario» anche mangiato dai bambini più piccoli in tutta sicurezza, essendo naturale al 100%, esente da petrolchimici e biodegradabile.
I giochi che mettono al centro la cultura dell’ecosostenibilità oggi spopolano in rete. Che siano da tavolo, ad energia solare o ad idrogeno, ormai c’è solo l’imbarazzo della scelta. Casa Solare assomiglia ad una casetta delle bambole, con la differenza che si tratta di una vera casa ecologica: pannelli fotovoltaici, pannelli per l’acqua calda, generatori eolici in miniatura, con cui giocare apprendendo qualcosa sulle fonti energetiche alternative, magari con l’aiuto dei propri genitori. Go Solar invece è un gioco dedicato esclusivamente all’energia solare: comprende 30 piccoli esperimenti solari raccomandati soprattutto per bambini sopra gli 8 anni. Online si può acquistare un kit di costruzioni ecologico, una sorta di Meccano ecosostenibile, con cui creare modellini alimentati da fonti energetiche alternative: oltre a 538 pezzi da assemblare a piacimento, in plastica e metallo, la scatola contiene anche un pannellino fotovoltaico e un piccolo motore, con cui animare i modellini creati esponendoli al sole o alla luce di una classica lampada ad incandescenza.