L’economia circolare in Europa: nuovi vincoli per i rifiuti

L’economia circolare sbarca finalmente anche a Bruxelles. Riciclo dei rifiuti riduzione degli sprechi e degli imballaggi sono all’attenzione del governo della Commissione Europea. Come nel caso della Conferenza sul Clima la sfida è quella di raggiungere accordi vincolanti. I parametri di riferimento imposti dal nuovo piano della Commissione europea prevedono obiettivi più ambiziosi, anche se secondo le associazioni ambientaliste sarebbero ancora troppo blandi. Si parla di un minimo del 65% di riciclo dei rifiuti urbani e del 75% sul riciclo degli imballaggi, oltre a un limite del 10% di rifiuti in discarica. Fra l’altro, considerando queste cifre, all’incenerimento rimane un sostanzioso 25%. Un valore elevato per alcuni ma basso per altri: basti pensare che Svezia e Danimarca sono già oltre quota 50%.
Il nuovo piano “è un’occasione persa perché il riciclo crea più posti di lavoro e genera meno emissioni delle discariche o dell’incenerimento”, spiega Stephane Arditi degli ambientalisti di EEB che riunisce 140 organizzazioni a livello Ue, a cui fa eco Genevieve Pons, direttore dell’ufficio Ue del Wwf, che giudica il piano “deludente”. I Verdi parlano invece di una proposta “al ribasso”. Positivo il giudizio invece del Ministro per l’Ambiente Galletti: ”Sull’efficienza energetica, gli obiettivi di riciclo e rigenerazione, così come in materia di progettazione eco-compatibile e di riduzione drastica degli sprechi alimentari – osserva il ministro – vediamo già molte buone proposte: la definizione di un testo in grado di indirizzare l’economia europea in senso circolare sarà il grande obiettivo del nostro Continente nel post Conferenza di Parigi”