Clima e futuro: milioni di persone in marcia
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Il 29 novembre milioni di persone in tutto il mondo hanno marciato per esigere dalle istituzioni, dalla politica, dai governi e dalle autorità internazionali che si adottino radicali decisioni per fermare i cambiamenti climatici. Intanto COP21 si è aperta tra i disordini a Parigi.
Siamo a un punto di non ritorno, l’urgenza di provvedimenti radicali non può più essere taciuta, i tentativi dei negazionisti sono naufragati: oggi bisogna cambiare sistema, bisogna adottare decisioni che permettano di fermare i cambiamenti climatici e di invertire la rotta. L’alternativa? Non avere un futuro e, presto, nemmeno più un presente. Quindi, non è nemmeno più e solo un problema delle generazioni future. E il 29 novembre per sollecitare queste decisioni e per fare in modo che l’ennesimo vertice sul clima, COP21, non termini con un nulla di fatto e con risultati miseri, milioni di persone in tutto il mondo hanno marciato per far sentire la loro voce e per far vedere la loro presenza.
Intanto a Parigi, dopo il divieto dei cortei scattato successivamente agli attentati in nome dello stato di emergenza, i manifestanti hanno organizzato una catena umana. Un’associazione ha invitato tutti a ricoprire di scarpe place de la Republique, diventata simbolo della Francia colpita dal terrorismo.
Il summit si è aperto con disordini, le forze dell’ordine hanno represso chiunque tentasse di manifestare aggirando il divieto del governo. L’apertura di COP21 è stata anticipata di un giorno, dal 30 al 29. Lunedì cerimonia inaugurale.
Nella fotogallery le immagini delle manifestazioni nel mondo
