L’Italia vittima illustre del clima impazzito
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Quello del 2014 è stato il dato più alto dal 1961 “e credo che il 2015 potrebbe superare questo record” ha spiegato Galletti ricordando che il 2014 è stato anche un anno di alluvioni e frane con vittime e feriti, da nord a sud del Paese, “in una triste democrazia del dissesto che in Italia non risparmia quasi nessuno”. E se ad aggravare la situazione c’è sicuramente l’intervento umano, dall’abusivismo all’urbanizzazione, “alla base della impennata dei danni da dissesto idrogeologico, c’è l’incremento esponenziale degli eventi estremi”.
Bisogna correre subito ai ripari perché il clima ”continuerà a cambiare, in peggio probabilmente, nei prossimi decenni”, aggiunge Galletti.
E’ dunque una grande emergenza quella del dissesto, resa ancora più drammatica dall’effetto dei cambiamenti climatici. “Abbiamo recuperato opere bloccate per oltre un miliardo e 200 milioni di euro e abbiamo avviato i lavori più urgenti – ricorda il ministro dell’Ambiente – Abbiamo varato un programma da 7 miliardi in 7 anni per affrontare le principali criticità”.
“Assegneremo a breve un primo stralcio di questi finanziamenti per le aree urbane più a rischio per 600 milioni e sigleremo nuovi accordi di programma per ulteriori 600 milioni”. Ma bastano davvero i soldi e i cerotti per sentire meno il dolore? Non dovremo intervenire direttamente anche sulle cause? L’Italia si sta impegnando abbastanza? A fare le vittime si fa presto, ma bisogna prendersi anche le nostre responsabilità.