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L’enciclica ecologica del Papa: «Bisogna cambiare per salvare il Pianeta»

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Il settimanale L’Espresso ha anticipato il testo della enciclica “ecologica” di Papa Francesco, che stigmatizza le politiche di molti governi a svantaggio dell’ambiente. Poi il Vaticano ha fornito il testo definitivo che potete scaricare dal Pdf qui allegato insieme al testo della bozza anticipata dall’Espresso. C’è chi ha ipotizzato che l’indiscrezione volesse indebolire il messaggio del Papa.
È stata ufficializzata l’enciclica ecologica di Papa Francesco che il settimanale L’Espresso aveva pubblicato in anticipo non senza destare polemiche. Il titolo è «Laudato si’, sulla cura della casa comune». Il testo è scaricabile dall’allegato Pdf, insieme alla bozza diffusa dall’Espresso.  
Il 23 giugno a Firenze si terrà l’incontro “Papa Francesco e l’ecologia” di cui Terra Nuova è media partner: del documento discuteranno filosofi e attivisti, seguirà la proiezione del film “Chasing Ice-Il mondo in pericolo”. QUI IL PROGRAMMA
C’è chi ha ipotizzato che l’indiscrezione mirasse a indebolire la portata delle accuse papali. «L’uscita della bozza viene attribuita in Curia agli ambienti conservatori con una duplice finalità – ha scritto il quotidiano La Stampa – Indebolire il messaggio dell’enciclica che in alcuni punti critica duramente le politiche ambientali di paesi economicamente egemoni; attaccare la figura del Pontefice nel quadro delle resistenze alla sua opera di rinnovamento della Chiesa.  Lo stesso sito dell’Espresso era stato particolarmente attivo nelle ultime settimane nel prendere di mira alcuni articoli di Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti supervisionata dalla Segreteria di Stato vaticano. Insomma un ulteriore attacco preventivo ad un’enciclica che vanta già un primato storico: è la prima ad essere stata attaccata prima ancora dell’uscita. Incluso il rilievo di aver avuto come consulenti un fautore delle politiche di controllo della natalità. Circostanza totalmente smentita dal testo dell’enciclica che sostiene l’esatto contrario». 
Padre Lombardi ha anche osservato che è stata aggiunta una persona al gruppo che giovedì nell’aula del sinodo, presenterà l’atteso documento papale. Si tratta della signora Carolyn Woo, presidente del Catholic Relief Services e già decano del Mendoza College of Business, della University of Notre Dame degli Stati Uniti. Il portavoce ha osservato che la Woo è presente per le sue compente circa economia e business. «Ci saranno così – ha sottolineato padre Lombardi – un teologo, uno scienziato e una economista, per illustrare i vari aspetti del testo». Gli altri tre relatori, come è noto, saranno: cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, il metropolita di Pergamo John Zizioulas in rappresentanza del Patriarcato Ecumenico e della Chiesa Ortodossa e il professor John Schellnhuber, Fondatore e Direttore del Potsdam Institute for Climate Impact Research.   
Papa Francesco domenica ha dato un’anticipazione del messaggio ambientalista che sarà contenuto nella sua enciclica sulla cura del creato annunciata. Prima di congedarsi dai fedeli alla fine dell’Angelus in piazza San Pietro, il Papa ha detto: «Come è stato annunciato, giovedì prossimo sarà pubblicata una lettera enciclica sulla Cura del Creato: invito ad accompagnare questo avvenimento con una rinnovata attenzione alle situazioni di degrado ambientale ma anche di recupero dei propri territori». E «questa enciclica è rivolta a tutti: preghiamo perché tutti possano ricevere il suo messaggio e crescere nella responsabilità verso la casa comune che Dio ci ha dato a tutti». Francesco aveva chiesto al patriarca Bartolomeo I di presentare lui l’Enciclica «Laudato si’». Ma non è stato possibile e al suo posto a farlo sarà il metropolita di Pergamo, Giovanni Ziziolus che pubblicamente Bergoglio ha definito «il più grande teologo». Saranno, ha spiegato ai sacerdoti di tutto il mondo riunti in San Giovanni in Laterano, «un ortodosso, un cattolico e un non credente a presentare l’Enciclica sulla salvaguardia del Creato». 
Alla conferenza di stampa di presentazione dell’enciclica, giovedì 18 giugno, erano presenti:
– Il Metropolita di Pergamo, John Zizioulas, in rappresentanza del Patriarcato Ecumenico e della Chiesa Ortodossa;
– Il prof. John Schellnhuber, fondatore e direttore dell’Istituto di Potsdam per le Ricerche sull’impatto climatico, nominato membro ordinario della Pontificia Accademia delle Scienze;
– La professoressa Carolyn Woo, Presidente dei Servizi di Soccorso cattolici, ed ex-decana del Mendoza College of Business, dell’Università Notre Dame;
– La maestra Valeria Martano, romana e insegnante da 20 anni nelle periferie di Roma, testimone del degrado ambientale e umano, ed anche delle «migliori pratiche» che sono un segno di speranza.
Ecco un estratto della conferenza stampa sull’enciclica.
«Queste domande nascono da una constatazione: oggi la terra, nostra sorella, maltrattata e saccheggiata, si lamenta; e i suoi gemiti si uniscono a quelli di tutti i poveri e di tutti gli «scartati» del mondo. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno – singoli, famiglie, collettività locali, nazioni e comunità internazionale – a una «conversione ecologica», secondo l’espressione di san Giovanni Paolo II, cioè a «cambiare rotta», assumendo la responsabilità e la bellezza di un impegno per la «cura della casa comune». Lo fa riprendendo le parole del Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo, qui rappresentato da Sua Eminenza il Metropolita Giovanni di Pergamo: «Che gli esseri umani distruggano la diversità biologica […], contribuiscano al cambiamento climatico […], inquinino le acque, il suolo, l’aria: tutti questi sono peccati» (n. 8).
Allo stesso tempo Papa Francesco riconosce che nel mondo si va diffondendo la sensibilità per l’ambiente e la preoccupazione per i danni che esso sta subendo. In base a questa constatazione, il Papa mantiene uno sguardo di fiduciosa speranza sulla possibilità di invertire la rotta: «L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune» (n. 13); «l’essere umano è ancora capace di intervenire positivamente» (n. 58); «non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi» (n. 205).
Proprio nella chiave del cammino di conversione e di speranza in un futuro rinnovato, Papa Francesco mette al centro dell’Enciclica il concetto di ecologia integrale, come paradigma in grado di articolare le relazioni fondamentali della persona con Dio, con se stessa, con gli altri esseri umani, con il creato. Vale la pena di ascoltare le sue stesse parole, al n. 139:
«Quando parliamo di “ambiente” facciamo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qualcosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati. Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un’analisi del funzionamento della società, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtà. Data l’ampiezza dei cambiamenti, non è più possibile trovare una risposta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei sistemi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura».(…)
L’umanità, nel suo rapporto con l’ambiente, si trova di fronte a sfide cruciali, che richiedono anche l’elaborazione di politiche adeguate, che peraltro figurano nell’agenda internazionale. Certamente la Laudato si’ potrà e dovrà avere un impatto su questi processi. Tuttavia anche un rapido esame del suo contenuti, come quello che ho appena delineato, mostra che essa ha una natura magisteriale, pastorale e spirituale, la cui portata, ampiezza e profondità non possono essere ridotte all’ambito delle sole politiche ambientali».

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