Il 2014 è stato l’anno più caldo dal 1891: la lotta al cambiamento climatico è un’emergenza ma anche un’opportunità come ci ricorda Naomi Klein nel suo nuovo libro. L’editoriale del mensile Terra Nuova Marzo 2015.
Il futuro è di chi si prende cura del Pianeta
La conferma che si temeva è arrivata dalla Japan Meteorological Agency: il 2014 è stato l’anno più caldo dal 1891, quando sono iniziate le misurazioni a livello planetario. Stiamo parlando di ben 0.63 gradi in più rispetto alla media del Ventesimo secolo.
Da allora l’innalzamento della temperatura globale è stato costante, prova ne è che tutti e 10 gli anni più caldi fino a oggi sono stati registrati dal 1998 in poi.
Certo, non è il primo allarme climatico e purtroppo non sarà neanche l’ultimo, ma il lento e inesorabile scioglimento dei ghiacciai e il conseguente aumento del livello degli oceani non sembra preoccupare più di tanto i governi. Un tema, questo, analizzato con grande acume in Una rivoluzione ci salverà, l’ultima fatica di Naomi Klein, l’attivista canadese che a soli 29 anni scosse il mondo con la bibbia del movimento no global: No Logo.
Nelle oltre 700 pagine del volume, ricco di dati e previsioni preoccupanti sul futuro del pianeta, Klein ricorda a tutti noi che la lotta al cambiamento climatico è un’emergenza, ma anche un’opportunità.
La questione è molto semplice, quasi banale: l’attuale modello di sviluppo è in aperto conflitto con la vita del Pianeta.
Non solo i nostri governanti, ma tutti noi, secondo la Klein, soffriamo di una sorta di dissonanza cognitiva, ovvero, “mentre veniamo schiaffeggiati da una crisi profondissima, continuiamo a portare avanti un raddoppiato impegno quelle pratiche che sono alla base della crisi stessa”.
È come se mancasse la consapevolezza collettiva dello stretto legame tra il legame tra il nostro modo di vivere e l’incombente disastro climatico. La stessa grave crisi economica viene strumentalizzata per affermare che l’urgenza ora è un’altra: non si può pensare di ridurre le emissioni, la priorità è sempre quella di trovare nuove soluzioni per creare posti di lavoro e far ripartire la produzione.
In tempi di austerità, viene detto, non si può investire nell’ambiente. Ma l’errore è proprio qui. E’ ormai evidente che l’economia liberista, con le su cicliche crisi, non distrugge solo l’ambiente, ma anche i posti di lavoro e ricchezza. I vecchi modelli non vanno più bene.
La stessa Merkel, che ha imposto l’austerità a tutta Europa, in patria ha investito ingenti capitali nel settore delle energie rinnovabili, creando oltre 400.000 nuovi posti di lavoro. La soluzione per arrestare il riscaldamento globale, uscire dalla crisi e creare nuovi posti di lavoro è tutta lì.
Editoriale tratto dal mensile Terra Nuova Marzo 2015.
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