Le mille sfumature del fanatismo

L’atroce eccidio alla redazione di Charlie Hebdo e quello al supermercato Kosher di Vincennes hanno portato nelle nostre case le conseguenze del fanatismo esasperato targato Isis. Ma come spesso accade di fronte ai grandi fenomeni mediatici, lo sdegno e il dolore per quello che è stato subito battezzato come l’11 settembre europeo non debbono far scivolare in secondo piano una riflessione pacata, oggi più che mai necessaria, sulla genesi e sulle mille sfumature del fondamentalismo.

In queste poche righe vogliamo mettere da parte per un momento le analisi dei grandi scenari geopolitici che fomentano l’integralismo religioso e concentrarci sul nostro quotidiano per chiederci quanto fanatismo c’è nella nostra vita, a cominciare da quello di cui siamo noi stessi vittime o protagonisti.

Come sappiamo bene il fanatismo, inteso come adesione incondizionata ed entusiasta a un’ideologia, a una fede o a una teoria, accompagnato dall’intolleranza più assoluta verso l’opinione altrui, non è un fenomeno nuovo, né tanto meno un’invenzione dell’Islam.

Il fanatismo è molto più antico dell’Islam, del Cristianesimo, dell’Ebraismo, del Buddhismo e allo stesso tempo si può dire che ha attraversato in tempi diversi e con modalità diverse tutte le grandi religioni e tutte le ideologie.

La storia ci dice che insieme al fondamentalismo e all’integralismo, il fanatismo è una componente della natura umana. Come afferma Amos Oz: “E’ una propensione, una possibilità insita in ciascuno di noi, una componente del cuore dell’uomo da sorvegliare e mitigare”.

Altrettanto vero è che il fanatismo non si manifesta solo nei grandi processi storici e con grande violenza distruttiva. Al contrario in genere è un atteggiamento molto subdolo e poco eclatante, come il campanilismo, il conformismo di partito o di gruppo.

Lo si trova nelle forme più esasperate di tifo sportivo, ma anche in alcuni atteggiamenti di grande intolleranza nei confronti di chi compie scelte diverse dalla nostra. Più si è convinti di essere dalla parte della ragione, tanto meno si è disposti ad ascoltare le ragioni dell’altro e più elevato è il rischio di diventare fanatici e intolleranti, anche per le proprie scelte alimentari, relativamente a orientamenti sessuali che non si condividono, oppure nel modo di curarsi.

Il miglior modo per combattere il fanatismo, che semina morte e distruzione su scala planetaria, è annaffiare a casa nostra i semi della tolleranza e praticare il rispetto della diversità e l’esercizio del dubbio. Soprattutto ai più giovani, non consegnate certezze preconfezionate, ma regalate dubbi. Il dubbio è il compagno migliore per crescere con consapevolezza.

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