Rottama Italia
Il decreto “Sblocca Italia”, presentato da Renzi come la ricetta risolutiva per rilanciare l’economia, si sta trasformando in un vero e proprio boomerang per il più giovane capo di governo della storia della repubblica.
A denunciare i gravi rischi e le numerose incongruenze contenute nel provvedimento non sono solo le associazioni ambientaliste, ma un numero crescente di intellettuali e uomini politici. All’allarme, lanciato da Wwf, Legambiente, Greenpeace, Amici della Terra e dai vari comitati No Triv e No Tav, si è aggiunto recentemente un nutrito gruppo di personalità della politica e della cultura, che insieme alle penne più pungenti della nostra satira (Staino, Altan, Ellekappa, Vauro, Giannelli, Vincino e Bucchi) hanno firmato un libro-manifesto contro quello che oramai viene definito il “Rottama Italia“.
Nel “Rottama Italia” vengono stigmatizzati uno per uno i 45 articoli del decreto, in particolare: il via libera a nuove grandi e inutili infrastrutture autostradali (Roma-Venezia, Civitavecchia-Livorno, la Gronda di Genova); il ritorno agli inceneritori e il rinvio al 2020 per il raggiungimento del 65% della differenziata; il rilancio delle ricerche di petrolio e gas in mare e su terraferma; le corsie preferenziali per realizzare tunnel e gallerie; l’innalzamento delle soglie per gli scarichi industriali in mare.
Come scrive il curatore del volume, Tommaso Montanari; “La prima e più importante resistenza allo Sblocca Italia passa attraverso la conoscenza, l’informazione, la possibilità di farsi un’opinione e di farla valere. Discutendone nelle piazze e nei teatri, nelle televisioni e alla radio. Richiamando al progetto della Costituzione i nostri rappresentanti in Parlamento. E, se necessario, anche ricorrendo al referendum: se, alla fine e nonostante tutto, questo sciagurato decreto Rottama Italia diventerà legge dello Stato“.
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