Io, malata di sclerosi multipla, dico no alla vivisezione
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Susanna Penco, biologa ricercatrice affetta da sclerosi multipla, ha scelto una via opposta alla sperimentazione animale.
Io, malata di sclerosi multipla, dico no alla vivisezione
Si intitola “Dare un senso ai metodi alternativi alla sperimentazione animale“: è il corso organizzato dal Laboratorio di analisi e ricerca di fisiopatologie dell’Università di Genova, che si terrà il 24 e 25 settembre alla Sezione di patologia generale in via Alberti 2(1).
Sarà un’occasione per confrontarsi con ricercatori che da anni ormai applicano esclusivamente metodi alternativi per la ricerca scientifica.
Tra questi c’è la dottoressa Susanna Penco, ricercatrice affetta da sclerosi multipla che ha scelto di intraprendere una via totalmente opposta a quella della vivisezione.
Alla Penco, insieme alla biologa Michela Kuan dell’associazione Lav, è stato anche assegnato il Premio Dna 2013.
“La mia esperienza professionale inizia tanti anni fa, quando decisi, ancor prima di laurearmi, di dedicarmi alle colture cellulari come alternativa a una ricerca da me ritenuta cruenta e inutile” ha detto la Penco(2).
“Con l’avvento di attrezzature all’avanguardia e se la ricerca in vitro fosse finanziata come dovrebbe, si potrebbero ottenere grandi risultati applicabili all’uomo. Ma occorre anche la ricerca in vivo, sull’uomo. Io sono disponibile a fare da cavia: no, non sono una visionaria fanatica pronta al sacrificio della vita per un ideale che, tra l’altro, sarebbe ritenuto ridicolo e assurdo dai più. La mia malattia è mia, io ne sono affetta, ma certamente c’è qualcosa in comune tra me e tutti gli altri malati: qualcosa che dovrebbe essere indagato tramite, naturalmente, accuratissime anamnesi, banche dati, analisi statistiche ed epidemiologiche e altro. Qualcosa si fa, ma è ancora poco”.
Proprio partendo dalla disponibilità dichiarata di Susanna Penco, è nato il Progetto Penco(3), un gruppo di professionisti del settore sanitario che critica la sperimentazione animale su basi scientifiche.
“Quando si parla di sperimentazione animale” affermano “vengono in mente due fronti contrapposti: da una parte gli scienziati, dall’altra gli animalisti. I media hanno riproposto questa visione distorcendo la realtà attuale: oggi una percentuale sempre crescente, di sicuro non più trascurabile, di addetti ai lavori in ambito biomedico esprime insoddisfazione e perplessità verso l’uso degli animali come modelli di malattie umane o in ambito farmacologico”.
A ispirare la creazione del progetto è stata la scelta coraggiosa di Susanna Penco, biologa e ricercatrice, che ha deciso di donare il suo corpo alla ricerca scientifica nella speranza che il suo esempio possa essere seguito da altre persone.
“Oggi esistono tecniche di studio avanzate che consentono di analizzare il materiale biologico che deriva da interventi chirurgici o da cadaveri. Per questo proponiamo di far approvare una legge che consenta ai cittadini di lasciare disposizioni vincoltanti per destinare il proprio corpo alla ricerca scientifica. Puntiamo a raccogliere quante più adesioni possibili per poter compiere i primi passi sul piano legislativo e politico. Lanciamo un appello a tutte le persone sensibili al problema e in particolare a medici, veterinari, biologi, farmacologi, ricercatori in ambito biomedico, avvocati e giuristi perchè si uniscano a noi”.
Note:
1. Per informazioni: tel 010 3538837 – anna.maria.bassi@unige.it – www.larf.unige.it
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Settembre 2014.
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