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La stazione radio in una valigia

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Un progetto di crowfounding per una stazione radiofonica mobile, per portare l’informazione a contatto con la vita vera.

La stazione radio in una valigia

La radio può arrivare ovunque, il suo segnale ci accompagna in macchina, in strada, e ci segue sul web.
Ma i giornali spesso rimangono lontani, confinati nel loro studio radiofonico. Una prospettiva che potrebbe cambiare con un’idea molto semplice.
L’agenzia radiofonica indipendente Amisnet sta costruendo una radio che entrerà in una valigia. O meglio, dentro uno zaino, che può allo stesso tempo diventare sacca per la bici o essere agganciato ad un apposito carrello della spesa.
“Una radio in valigia” è il progetto di una radio itinerante compatta e leggera, capace, come si legge nella presentazione “di far germogliare il seme della comunicazione ovunque la si voglia portare”. Una radio che va in mezzo alla gente, e che viene costruita grazie al contributo degli stessi cittadini, grazie a un’azione di crowfunding che terminerà il 21 marzo.
Il progetto vuole riportare gli occhi e le orecchie di chi fa informazione in mezzo alla vita reale, per raccogliere le voci e i pensieri direttamente dalla strada, o dai luoghi dove si svolgono gli eventi.
I ragazzi di AMISnet ci ricordano che le 1944 fu un carrello legato ad una bicicletta a trasportare la radio mobile utilizzata dal cronista Amerigo Gomez per raccontare dal vivo la liberazione di Firenze dal nazifascismo.
Mentre nel 2010, a seguito del devastante terremoto ad Haiti, la rete di informazione e comunicazione con le popolazioni colpite dalla catastrofe fu ripristinata anche grazie alle speciali unità radiofoniche inviate dall’Olanda e dotate di pannelli solari.
Ma più che raccontare le emergenze, la nostra valigia radio vorrebbe lavorare per prevenirle, favorendo autentici spazi di informazione, comunicazione e confronto. E realizzando laboratori e incontri con scuole e associazioni”. “Che si tratti di un mercatino contadino o di una baraccopoli in mezzo alla città, o ancora un vagone di treno o di un centro commerciale, la radio in valigia può essere montata rapidamente e, anche se il luogo è angusto e ristretto, aprire insospettabili spazi di comunicazione e informazione” spiegano i referenti del progetto.
Quando la valigia si apre, la tavola viene apparecchiata con un set da trasporto di mixer, microfoni e cuffie, un pc pronto per la registrazione/trasmissione e un telefono per collegamenti e interviste con l’esterno.
Ma il fiore all’occhiello è l’autosufficienza energetica: lo studio mobile sarà collegato a un pannello solare con relativo sistema elettrico per funzionare in autonomia e senza alcuna produzione di CO2. “Con una radio in valigia vogliamo costruire un giornalismo partecipato, immaginato e realizzato insieme alle persone” spiegano i ragazzi di Amisnet.
Ideata con il sostegno del Wwoof Italia, l’associazione che coordina le esperienze di volontariato nelle aziende biologiche di tutto il mondo, la radio in valigia sarà costruita con materiali di riuso e coinvolgendo realtà che lavorano in modo sostenibile.
L’involucro sarà costruito insieme ad Officine Zero, la fabbrica romana riconvertita in centro di riciclo e riuso, i microfoni saranno quelli riparati e modificati dal laboratorio di microfoni artigianali di Braingasm, e per l’informatica si farà ricorso alle doti di Reware, cooperativa che si occupa del recupero di materiale elettronico.
Per sostenere il progetto:
Facebook: AMISnet

Articolo tratto dal mensile

Terra Nuova Marzo 2015.

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