Pulizia della casa: scegliere le fibre migliori

L’ambivalente attività delle pulizie, che suscita in alcuni esaltazione e in altri disperazione, può contare su una vasta pletora di alleati in fatto di tessuti. Qui non ci occupiamo di detergenti, bensì dei materiali ecosostenibili di cui possono essere fatti panni, strofinacci e simili, che tanto risultano utili.

Al top svetta quanto è ricavato, con il buonsenso dell’economia domestica, da lenzuola, canovacci o asciugamani vecchi. Tuttavia, se siete campioni di sobrietà e avete nell’armadio il minimo indispensabile, dovrete necessariamente rivolgervi al mercato, che offre comunque alternative interessanti, come ad esempio le fibre di origine vegetale declinate per il lavaggio di piatti e superfici delicate. Le più diffuse sono ricavate da luffa (a volte abbinata a cellulosa) e bambù (con possibile aggiunta di componenti in PLA, polimero biodegradabile derivato dal mais), anche se non mancano quelle in lino e juta. Tuttavia è bene sapere quali fibre possono nascondere qualche «eco-insidia». 

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