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Quelle guerre che sante non sono

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Golfo Persico, Medio Oriente e Nordafrica sono polveriere in fiamme. E ora si aggiunge la miccia accesa in Europa, con l’attentato di Parigi. La guerra lampo non esiste, esiste invece oggi una guerra totale e perpetua. L’Isis e i suoi fanatici integralisti sono solo una parte di un tutto che va compreso per poter dire basta!

Quelle guerre che sante non sono

Golfo Persico, Medio Oriente e Nordafrica sono polveriere in fiamme, a oltre 11 anni dalla “guerra lampo” che avrebbe dovuto liberare l’Iraq. Disordine, violenza e morte divampano dalla Libia a Gaza, dall’Egitto alla Siria, fino all’Iraq. E oggi è stata accesa la miccia anche in Europa con l’attentato al settimanale satirico francese Charlie Hebdo che ha visto dodici morti.
Sui fronti mediorientali e africani, a fronte di scene terribili e filmati hollywoodiani di violenze ed esplosioni, gli americani, guarda caso, “si trovano ‘costretti’ ancora una volta a portare la liberazione” come spiega Marcello Foa sul suo blog(1), “impiegando, in quello che appare un moto ormai perpetuo, la loro forza militare. La lotta al terrorismo è diventata una guerra perpetua al terrorismo”. E a rinfocolare gli animi, a tenere “in caldo” l’indignazione che permette di non spegnere mai la miccia e non lavarsene mai le mani, è arrivato anche l’attentato nel cuore dell’Europa, «così – dice Giulietto Chiesa – si fa in modo che anche l’Europa scenda in guerra, ben infuriata e decisa».
Nel 2002 il giornalista Giulietto Chiesa, profetico, aveva annunciato la guerra infinita. Eppure tutti, media in primis, si ostinano a non collegare tra loro i singoli fotogrammi. Foa aggiunge anche una possibile chiave di lettura: gli Usa infiammano il petrolio del Medio Oriente per toglierlo ai cinesi, è il piano per il “Nuovo Secolo Americano” che avanza inesorabilmente.
Si può, dunque, in uno scenario simile, considerare soltanto l’Isis con i suoi fanatici integralisti?
Ci si può forse limitare a vedere una parte ignorando il tutto?
“E’ in corso una svolta generalizzata verso la guerra totale” spiega Giulietto Chiesa sul suo blog(2). “I fronti si vanno moltiplicando giorno dopo giorno. Buona parte della campagna armata contro l’Isis è di fatto un nuovo tentativo di abbattere il presidente siriano Bashar al Assad e di scompaginare definitivamente la Siria, facendo però mostra di combattere il nuovo califfato guidato da Abu Bakr Al Baghdadi”, che secondo il Gulf Daily News, quotidiano del Bahrain(3), è stato preparato per una anno dal Mossad, i servizi segreti israeliani. La Turchia fa melina ma sta con Israele e l’Arabia Saudita, “entrambi con l’obiettivo di riprendere l’offensiva contro l’Iran” spiega Chiesa. “La Russia non può intervenire direttamente perché è sotto attacco. La Cina si muove. Solo un esempio, a mio avviso clamoroso: le esercitazioni congiunte nel Golfo Persico tra Cina e Iran. La crisi ucraina è aperta e il peggio deve ancora venire. Quasi nessuno connette tutti questi fili. Hong Kong è l’inizio dell’offensiva americana contro Pechino. Siamo già su un piano inclinato che va verso un conflitto di enormi dimensioni. Per questo la mobilitazione contro la guerra e per chiedere che l’Italia si smarchi da questo delirio è la questione principale”.
Quello che si rischia è che la guerra al terrore dell’America “diventi una guerra permanente contro una lista di nemici in continua espansione, spesso creati dalla stessa politica americana” spiega Brahma Chellaney(4), docente di studi strategici al Center for Policy Research di Nuova Delhi e saggista “così come gli aiuti forniti ai ribelli afghani anti-russi hanno contribuito alla nascita di Al Qaeda (cosa che Hillary Clinton sapeva benissimo(5) quando era segretario di Stato di Obama), allo stesso modo gli aiuti forniti dagli Usa e dai suoi alleati agli insorti siriani dal 2011 hanno contribuito alla nascita dello Stato Islamico che oggi imperversa sulle nostre tv”.
Mai Obama, spiega Alex Kane(6), editorialista di AlterNet e vicecapo redattore di Mondoweiss, ha menzionato nei suoi discorsi il fatto che i cittadini delle nazioni alleate degli Usa, soprattutto quelle intorno al Golfo Persico, hanno di fatto alimentato e sostenuto la nascita dell’Isis.
Un rapporto del 2013 della Brookings Institution(7), della giornalista Elizabeth Dickinson, ha attestato come centinaia di milioni di dollari siano arrivati dal Kuwait a gruppi radicali in Siria; il denaro sarebbe anche transitato attraverso nazioni alleate degli Usa, come Giordania, Turchia e Libano.
Ma ad essere ancora più chiara, anzi cristallina, è stata Hillary Clinton in un’intervista comparsa su The Atlantic(8): “Abbiamo fallito nel voler creare una guerriglia anti Assad credibile. Era formata da islamisti, da secolaristi, da gente nel mezzo. Il fallimento di questo progetto ha portato all’orrore a cui stiamo assistendo oggi in Iraq” ha detto l’ex segretario di Stato al giornalista Jeffrey Goldberg. E ancora: “Abbiamo fatto un gran lavoro contro l’Unione Sovietica. Ma abbiamo anche commesso molti errori. Abbiamo appoggiato personaggi veramente cattivi. Abbiamo fatto cose in America Latina e nel Sud-est asiatico di cui non vado per nulla fiera”. Ammissioni che fanno riflettere.
E poi i video delle presunte decapitazioni? E il film “Flames of War” diffuso su You Tube(9), che sembra un action movie americano e che annuncia per il mondo l’era della supremazia islamica?
“Ormai l’immagine virtuale è il dominio della comunicazione, si può fare tutto con le immagini, non sono più credibili o meglio non si sa più a che cosa credere” ha aggiunto Chiesa durante un’intervista tv. “Quello che è stato fatto vedere è servito agli Usa per dichiarare guerra; ormai la manipolazione visiva e quella giornalistica hanno raggiunto livelli che la gran parte della gente fatica a comprendere. A guidare le masse sono le grandi emozioni appunto di massa, tutte create artificialmente; gran parte della popolazione delle democrazie occidentali viene menata per il naso e attirata laddove i servizi segreti vogliono portarla. Inoltre si fa vedere solo ciò che è utile a un fine. IL confronto non avviene più su fatti, argomentazioni o idee, ma sulle emozioni di massa scatenate dalle immagini”.
E’ indubbio comunque che chiunque sia l’anima hi-tech dell’Isis, ci sa veramente fare. La Abc ha detto che dietro tutto ciò ci sarebbe Ahmed Abousamra(10); doppia cittadinanza americana e siriana, ha frequentato il college a Boston e avrebbe collaborato con l’Fbi.
Qualcosa non quadra? O quadra tutto perfettamente?
Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Dicembre 2014.

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