Seicentomila morti premature per inquinamento costate 1600 miliardi di dollari: se questo vi sembra progresso! Sono i dati relativi per per ora al 2010 contenuti in un recentissimo rappoto dell’OMS.
Secondo i calcoli dell’OMS, nel 2010 il costo economico delle circa 600.000 morti premature e delle malattie causate dall’inquinamento atmosferico, indoor e outdoor, nel continente europeo ha raggiunto i 1.600 miliardi dollari, un importo quasi equivalente a un decimo del prodotto interno lordo (PIL) di tutta l’Unione europea nel 2013.
In una decina di paesi dell’Europa dell’est, delle 53 nazioni studiate, questo costo stimato al 2010 è pari o superiore al 20% del PIL nazionale, mentre in solo quattro nazioni (Svezia, Norvegia, Finlandia e Islanda) è inferiore all’1%; in Italia il costo stimato è pari al 4,7% del PIL.
Questo è quanto emerge dal primo
studio realizzato a livello europeo per quantificare i costi dell’inquinamento atmosferico, elaborato dall’OMS in collaborazione con l’Organizzazione per la Cooperazione Economica e lo Sviluppo (OCSE), presentato al
meeting tenutosi dal 28 al 30 aprile ad Haifa, dove sono stati discussi i progressi fatti in merito agli obiettivi fissati dalla
Fifth Ministerial Conference on Viramento and Health.
Le stime economiche sono state elaborate utilizzando il metodo chiamato “Valore della vita statistica “(VSL) comunemente usato per la valutazione monetaria del rischio di mortalità da incidenti stradali. L’approccio usato basa il VSL principalmente sulle preferenze soggettive (disponibilità a pagare- WTP), valuta cioè il valore economico che un individuo attribuisce a una probabilità di riduzione del rischio di morte prematura stimato, moltiplicato per il numero di morti premature e il beneficio economico di un’azione mitigatrice diventa lo stesso valore VSL moltiplicato per il numero morti premature evitate
Nel report si ricorda, inoltre, che oltre il 90% dei cittadini sono esposti a livelli annui di polveri sottili che sforano i valori consigliati dalle
linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS e che questo ha causato, nel 2012, 482.000 morti premature dovute a malattie cardiovascolari e respiratorie, ictus e tumore polmonare. Nello stesso anno, l’inquinamento indoor ha provocato 117.200 morti premature, con valori cinque volte superiori nei paesi a basso e medio reddito rispetto a quelli con alto reddito.
Nel mirino, per il loro contributo all’inquinamento atmosferico indoor e outdoor, e conseguentemente per i costi sociali indotti, sono il trasporto su strada, il riscaldamento domestico e le combustioni industriali e agricole a carbone.
In considerazione della persistenza di questo problema in Europa è auspicabile che vengano colmate le lacune nelle conoscenze esistenti e fatti investimenti nei modelli di consumo più efficienti, correggendo eventuali distorsioni prodotte da imposte e/o sussidi, ad esempio sui combustibili o sui sistemi di produzione di energia e di riscaldamento.