Accordo sul clima tra contenti e delusi
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Legambiente parla di una “pericolosa battuta d’arresto nei negoziati sul clima”. “Nessun significativo passo in avanti è stato fatto con la decisione adottata oggi, rischiando così di compromettere l’esito della Conferenza di Parigi, dove il prossimo dicembre i governi sono chiamati a sottoscrivere il nuovo accordo globale sul clima”, afferma l’associazione ambientalista in una nota. “A Lima – ha detto il presidente Vittorio Cogliati Dezza – purtroppo i governi sono stati incapaci di sciogliere i nodi relativi alla differenziazione degli impegni nazionali e al sostegno finanziario ai paesi in via di sviluppo, che continuano a bloccare i negoziati verso Parigi. Rimangono ancora ben saldi gli antichi steccati tra paesi industrializzati e in via di sviluppo che l’accordo Usa-Cina ci aveva fatto sperare fosse possibile superare”. Secondo Legambiente, “è indispensabile che i paesi industrializzati onorino i propri impegni finanziari, per ristabilire la necessaria fiducia tra paesi ricchi e poveri, e sottoscrivano una road map che consenta di raggiungere entro il 2020 l’obiettivo già concordato dei 100 miliardi di dollari”.
Delusione anche da parte del Wwf. “E’ stato molto deludente perché era cominciata bene, c’erano stati alcuni atti di molti governi che facevano ben sperare sulle spirito con cui si arrivava a Lima. Invece ci siamo trovati di fronte alla solite contrapposizioni” ha sottolineato da Lima Mariagrazia Midulla, responsabile clima ed energia del Wwf. “Non salverei nessun Paese: ognuno ha cercato di portare un po’ di acqua al proprio mulino, chi più chi meno”, racconta da Lima Midulla.
La più ottimista sembra Greenpeace, che generalmente rappresenta l’ala più critica del fronte ambientalista. Parla infatti di “timidi passi in avanti sul clima, anche se l’accordo resta debole” considerato “che i leader mondiali ancora non sono riusciti ad abbracciare il futuro di energia pulita che è già a portata di mano”. Dalla Cop20 di Lima sono comunque emerse anche alcune buone notizie, secondo Greenpeace. “Quasi cinquanta nazioni già concordano sulla totale eliminazione delle emissioni di carbonio entro il 2050”, afferma Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia.