«È chiarissimo quello contro cui occorre combattere: è il nuovo inceneritore di Firenze le cui emissioni rischiano di danneggiare gravemente la salute nostra e dei nostri figli». Il messaggio delle “Mamme no Inceneritore” è chiaro e diretto e sarà scandito sabato 11 aprile alla manifestazione di protesta alla Casa Rossa di Osmannoro (Sesto Fiorentino).
«Abbiamo scelto un nome che parla da sé, “Mamme no Inceneritore”, perché fosse immediatamente chiaro ciò contro cui dobbiamo combattere. Si tratta del progetto di costruzione del nuovo inceneritore di Firenze di cui si parla fin dal 2000; sono passati 15 anni e un progetto che era nato già vecchio a questo punto può dirsi superato dalla storia». Il comitato di mamme e famiglie che si oppongono alla realizzazione del nuovo inceneritore fiorentino
scendono in piazza sabato 11 aprile alle ore 15; la manifestazione parte alle 15 dalla Casa Rossa di Osmannoro (Sesto Fiorentino) per arrivare poi fino al palazzo della Regione Toscana.
«Nell’impianto, che verrà gestito da Q.Thermo (consociata tra Hera e Quadrifoglio), si bruceranno rifiuti solidi urbani – spiega Deanna Biagiotti, portavoce del comitato – sigla anonima di cui fanno parte però, oltre ai classici scarti di casa, anche materiali come toner stampanti, pneumatici usati, vernici, cose che ciascuno di noi identifica chiaramente come sostanze nocive. Ci dicono di mettere guanti e mascherina per cambiare il toner della stampante e se lo bruciamo cosa potrà mai uscire da quelle ciminiere?Esiste un ragionevole dubbio sulla pericolosità degli impianti di incenerimento? La risposta è sì. Nel caso specifico dell’impianto di Firenze, può bastare leggere il parere espresso dalla ASL 10, organo competente per Igiene e sanità pubblica, e allegato alla valutazione di impatto ambientale del 2014. Nel documento la ASL prescrive e ingiunge alla società costruttrice di effettuare controlli su:
– Esiti riproduttivi (aborti spontanei, nati pretermine e/o di basso peso, malformazioni congenite) e incidenza di tumori
– Contaminazione della catena alimentare da IPA, diossine e PCB, sia su coltivazioni e allevamenti presenti in zona sia su alimenti per autoconsumo (quindi niente insalata nell’orto !)
– Studio epidemiologico su addetti all’impianto e popolazione residente/presente nell’area di potenziale ricaduta.
Questo studio verrà fatto dopo la costruzione e durante l’esercizio dell’impianto e ci chiediamo: una volta che la statistica evidenzierà queste problematiche che consolazione potremmo trarne ? Per questo occorre bloccare il progetto prima!».
Quello che il comitato sottolinea è che esiste un modo diverso per risolvere il problema dei rifiuti. «Si chiama
strategia Rifiuti Zero. Non si tratta di una filosofia ma di azioni concrete già messe in atto in Italia e nel mondo. In Italia un esempio è il Consorzio Contarina di Treviso o, se vogliamo rimanere in Toscana, la zona di Capannori. Ai nostri amministratori vogliamo dire: non occorre inventarsi niente, basta copiare ciò che altri stanno già facendo (metodi organizzativi, mezzi adatti, logistica). Il parlamento europeo nella risoluzione “Un’Europa più efficiente nell’impiego delle risorse” del 24 maggio 2012 prevede di abolire entro il 2020 l’incenerimento dei rifiuti riciclabili e compostabili (ovvero la stragrande maggioranza dei rifiuti urbani). La scelta dell’incenerimento è anacronistica, dannosa per la salute, per l’ambiente e anche per il portafoglio».
«Siamo famiglie (babbi, nonne e nonni molto attivi….). Il nostro gruppo è l’ultimo nato tra quelli che si oppongono a questo progetto assurdo, gruppi con cui siamo in contatto diretto. Ci siamo uniti in maniera spontanea, incontrandoci e parlando fra noi a qualche festa di compleanno o fuori da scuola e abbiamo cominciato a muovere i primi passi a febbraio di quest’anno. Abbiamo cominciato con volantinaggi, seguiti da incontri informativi: abbiamo chiesto a tutti quelli che di volta in volta si sono uniti a noi di contagiare altri e così sono stati necessari altri volantinaggi e altri incontri. Ci sono stati presìdi davanti alle scuole (ormai abbiamo creato una rete di collegamento tra diversi istituti scolatici di Firenze e comuni limitrofi e continueremo ad estenderla) e ci siamo lanciate in blitz e flash mob nelle situazioni più impensate: come quello riuscitissimo in piazza della Repubblica del 28 marzo. In città veniva presentata l’Expo delle Idee e a Palazzo Vecchio si celebravano in pompa magna concetti di sviluppo sostenibile abbiamo voluto dire la nostra come cittadini “EXPOsti a diossina”».
La manifestazione di sabato 11 aprile «è promossa assieme a molti altri comitati, gruppi e associazioni; protesteremo sul piano scellerato che la Regione Toscana e la città metropolitana di Firenze hanno in serbo per la piana fiorentina. Prevedono non solo la costruzione del nuovo Inceneritore ma anche l’ampliamento dell’aereoporto, senza contare la totale assenza di una politica che valorizzi dal punto di vista ambientale la zona. Recentemente a Montale (PT), dove è attivo da anni un contestatissimo inceneritore, i
cittadini hanno pagato di tasca propria analisi sull’acqua del fontanello pubblico nei pressi dell’impianto; i risultati di contaminazione da PCB e policlorobifenili sono allarmanti».
«Ci dicono che vorrebbero cominciare i lavori questa estate. Per quanto ne sappiamo mancano ancora alcuni documenti ed è anche stato presentato un ricorso al TAR su anomalie tecniche e modifiche al progetto effettuate senza adeguata valutazione di impatto. Inoltre la società sta ancora cercando soldi per la realizzazione: recentemente abbiamo appreso che il 20 marzo scorso Q.thermo ha fatto richiesta alla Banca Europea degli Investimenti di un finanziamento per 80 milioni di euro. Visto che la BEI prevede che “i prestiti vengono erogati a condizioni vantaggiose per finanziare i progetti in sintonia con gli obiettivi delle politiche UE”, è singolare che possa finanziare un progetto che contravviene a una risoluzione del parlamento Europeo che prevede “la necessità che i finanziamenti dell’EU diano la priorità alle attività che risultano ai più alti livelli nella gerarchia dei rifiuti, come sancito dalla direttiva quadro sui rifiuti (ed es. conferendo priorità agli impianti di riciclaggio rispetto allo smaltimento dei rifiuti)” [punto 29 della Risoluzione del parlamento Europeo del 24 maggio 2012 su Un Europa efficiente nell’impiego delle risorse (2011/20168 INI)]. In ogni caso noi continueremo a muoverci, a coinvolgere persone sempre nuove, a informare e a pungolare amministratori e istituzioni che sono disattenti al tema. Noi mamme siamo meno distratte: ai nostri figli mettiamo la crema solare d’estate, sciarpa e cappello d’inverno ma contro l’aria che respirano cosa possiamo fare? Possiamo opporci a questi progetti assurdi».
Per chiunque voglia unirsi al comitato può cercare “MAMME NO INCENERITORE”: