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Il governo salva l’Ilva, ma non Taranto…

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Durissimo il commento di Peacelink che scrive una lettera al presidente della commissione europea. Nessuna garanzia per la salute dei cittadini di Taranto…
È stato approvato in via definitiva il nuovo decreto sull’Ilva di Taranto con 284 sì, 126 no (M5S, Lega e Sel) e 50 astenuti. Polemiche le opposizioni con il Movimento cinque stelle che ha esposto in Aula cartelli di protesta contro il provvedimento. Molto duro il commento di Peacelink che giudica il decreto “una iniezione di morfina ad un malato terminale”. Secondo l’associazione il settimo decreto convertito in legge non salverà l’ILVA dal fallimento, ne posticipa solo la data. L’ILVA non è in grado di restituire prestiti se non ha margini di utile. Pubblichiamo integralmente la lettera spedita al Presidente della Commissione Europea da Peacelink Jean-Claude Juncker.
Egregio Presidente,
La nuova legge riguardante il funzionamento dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto è stata approvata dal Parlamento Italiano in data odierna.
La legge in questione, la settima approvata sull’Ilva in pochi anni, rappresenta una minaccia alla popolazione di Taranto e mette in seria difficoltà la salute dei cittadini e degli operai dell’Ilva.
Ilva è stata dichiarata insolvente poche settimane fa: il suo debito ammonta a 3 miliardi di euro, una cifra che lascia chiaramente indicare che qualsiasi somma per le misure ambientali è difficile da reperire. Il bilancio economico dell’Ilva non è stato più pubblicato dal 2012 e la stampa scrive che l’Ilva perderebbe importanti somme ogni mese.
Il pericolo sanitario e ambientale è ben noto alle Autorità Italiane, e la Commissione Europea ha lanciato una procedura di infrazione e un conseguente parere motivato lo scorso Ottobre 2014.
Secondo la Commissione Europea, test effettuati hanno dimostrato una pesante situazione di inquinamento di aria, suolo, acque di superficie e di falda, sia sul sito Ilva che nella vicina città di Taranto.
L’Italia ha mancato e continua a mancare nell’assicurare che lo stabilimento produca in conformità con la Legge europea. Molti dei problemi derivano dal fallimento nel ridurre l’alto livello di emissioni, che generano un impatto negativo potenzialmente molto pericoloso sulla salute umana della popolazione locale e sullo stato dell’ambiente.
La settima legge Ilva approvata oggi garantisce la produzione ma riduce pesantemente la già debole protezione ambientale. Le misure che avrebbero dovuto assicurare il rispetto del diritto delle persone alla vita non sono state applicate.
Inoltre, la dirigenza commissariale Ilva avrà il potere di decidere quali misure applicare o meno. La responsabilità dei Commissari Ilva per le azioni commesse o omesse sarà esente da conseguenze penali.
Taranto avrà a sua disposizione la somma di 500.000 euro per il 2015 per curare quelle malattie in crescita, che già affliggono pesantemente e continuamente la popolazione.
Crediamo, egregio Presidente, che la Commissione Europea debba entrare nella questione per proteggere la legge europea e i diritti dei cittadini di Taranto.
Taranto è la città che ospita il più grande stabilimento siderurgico d’Europa e che è stata sacrificata a questo fine, mentre le veniva rifiutata la protezione da parte delle Autorità Italiane locali, regionali e nazionali.
Non abbiamo altra scelta che chiedere l’aiuto della Commissione Europea, affinché essa possa farsi di nuovo garante del futuro di Taranto, dei diritti della sua gente e dei suoi lavoratori.
 
Lettera firmata  
Associazione PeaceLink
www.peacelink.it

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