Inquinamento, è ora di svegliarsi
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sviluppare sistemi di monitoraggio della qualità dell’aria;
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promuovere tecnologie e combustibili puliti per riscaldamento, illuminazione, preparazione dei cibi;
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rafforzare il trasferimento internazionale di competenze, tecnologie e dati scientifici riguardo l’inquinamento atmosferico.
In occasione della 69° Assemblea Mondiale della Sanità l’OMS lancerà una roadmap per una risposta globale all’emergenza inquinamento dell’aria e invita i governi ad applicare le linee guida sulla qualità dell’aria dell’OMS.
Cosa significa per l’Europa e l’Italia?
Nell’Unione Europea il costo in vite umane di una scarsa qualità dell’aria è più elevato di quello degli incidenti stradali, rendendola la prima causa ambientale di morte prematura in UE.
L’inquinamento dell’aria causa inoltre la perdita di giorni di lavoro, costi sanitari, e colpisce in misura maggiore le fasce di popolazione più vulnerabili (bambini, asmatici, anziani).
La Commissione Europea stima che il costo diretto dell’inquinamento atmosferico per la società nel suo complesso ammonta a circa 23 miliardi di euro l’anno. Le esternalità legate al solo impatto sulla salute sono stimate intorno ai 940 miliardi di euro (il 9% del Pil dell’UE). Si veda qui.
Sebbene la Commissione Europea riconosca l’inquinamento dell’aria come “una delle preoccupazioni principali a livello politico dalla fine degli anni ‘70” e si impegni a “sviluppare e implementare gli strumenti [e standard] appropriati per migliorare la qualità dell’aria”, gli standard EU sulla qualità dell’aria riguardo al particolato fine (PM 2.5) sono significativamente più accomodanti di quanto raccomandato dall’OMS: il limite UE per i PM 2.5 è di 25 microgrammi per metro cubo (media annuale), contro i 10 µg/m3 di media annuale raccomandati dall’ OMS.
Per fare un esempio, la media 2014 di PM 2.5 a Roma è di 15,6 µg/m3 (dati Arpa Lazio), più bassa del limite UE ma più alta di quanto raccomandato dall’OMS. Lo stesso vale per il PM 10. L’UE pone il limite a 40 microgrammi per metro cubo (media annuale), mentre l’OMS ne consiglia 20. Roma nel 2014 ha avuto una media di 26,1 µg/m3 (dati Arpa Lazio).