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Licenza di uccidere

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Nuovi permessi straordinari per i cacciatori all’apertura della stagione venatoria. In Lombardia fucili puntati sull’allodola, in Abruzzo si preannuncia una strage di cervi e caprioli
La stagione della caccia si apre con pacchetti regalo per le lobby dei cacciatori, e la condanna a morte per migliaia di animali inermi. La caccia (vedi l’ebook pubblicato da Terra Nuova) non è forse la minaccia numero uno per la biodiversità, ma, in un territorio già provato dalla cementificazione e la perdita di habitat naturali, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici, la caccia rappresenta l’ennesima aggressione insostenibile per la fauna e l’ecosistema.
Soprattutto se, come accade in Italia, la legislazione sulla caccia è spesso non rispettata, attraverso atti di deroghe regionali di ogni tipo, in violazione delle regole europee sulla tutela della fauna selvatica. È successo in Lombardia dove quest’anno è stato concesso il prelievo di alcune specie tra cui l’ allodola, dal 1 ottobre al 31 dicembre.
Con la modifica al regolamento sugli ungulati la Regione Abruzzo ha invece aperto la strada alla strage di cervi e caprioli, due specie che fino ad oggi sono state tutelate e salvate dai fucili dei cacciatori.
“Non possiamo che definirci sconcertati da questa scelta del Governo regionale del Presidente D’Alfonso”, dichiara Luciano Di Tizio, Delegato WWF Abruzzo. “Senza nessun confronto, senza valutarne minimamente le ripercussioni, la Regione decide di fare questo ennesimo regalo ai cacciatori.
Oggi cervi e caprioli stanno tornando a vivere in Abruzzo, ma le loro popolazioni sono assolutamente lontane dal determinare danni tali da giustificarne la caccia. Inoltre la Regione Abruzzo sceglie di abdicare al proprio compito di pianificatore e di affidare la gestione della fauna, che è un patrimonio di tutti e non di chi la vuole uccidere, al mondo venatorio: un nuovo fallimento annunciato. Esattamente come è accaduto per i cinghiali l’aver affidato la gestione di questa specie solo ai cacciatori ha portato a situazioni ingestibili perché affrontate, non attraverso metodi scientifici, ma esclusivamente nell’interesse di chi prova piacere nel cacciare o di chi fa affari rivendendo, spesso in nero e senza nessun controllo sanitario, i capi abbattuti a ristoranti e agriturismi”.
Il WWF chiede ai consiglieri regionali di rivedere immediatamente l’atto che ha portato alla modifica del Regolamento ungulati e di cancellare questa vergogna.
Scarica l’ebook completo Il Vero volto della caccia 

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