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Sulla Terra saremo 2 miliardi in più nel 2050

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Il demografo Massimo Livi Bacci ha stimato che la popolazione mondiale crescerà di altri due miliardi e mezzo di abitanti entro il 2050 e le conseguenze potranno essere devastanti per il pianeta.
La popolazione mondiale crescerà di altri due miliardi e mezzo di abitanti entro il 2050. Una crescita demografica planetaria che creerà problemi, minacciando lo sviluppo, la disponibilità alimentare, la sostenibilità ambientale e, con le migrazioni, gli equilibri sociali. Lo ha spiegato il demografo Massimo Livi Bacci, durante una lezione all’Accademia dei Lincei. Uno dei principali problemi, ha sottolineato Livi Bacci, è che la crescita demografica non sarà uniforme in tutti i paesi: «Ci sarà stazionarietà nei paesi ricchi, un incremento del 30% nei paesi meno poveri nelle aree in via di sviluppo e addirittura un raddoppio nei paesi poverissimi, in gran parte nell’Africa sub-sahariana». Ma la sostenibilità dello sviluppo, ha rilevato il docente, è messa a rischio da quattro fattori: l’eccessiva natalità nei paesi poverissimi e la bassissima natalità dei paesi sviluppati; la produzione di cibo, che dovrà essere più che proporzionale alla crescita della popolazione, se si vuole eliminare la fame che colpisce 800 milioni persone; le conseguenze della crescita demografica sugli equilibri ambientali, per gli alti ritmi di deforestazione e l’inquinamento; la mancanza di un governo internazionale delle migrazioni. «La questione demografica – ha ricordato Livi Bacci – è stata al centro del dibattito internazionale nel secondo dopoguerra. Nei paesi poveri il tasso di crescita annuo ha superato il 2% nella seconda parte del secolo scorso ponendo a rischio la scolarizzazione dei bambini, il lavoro dei giovani, i livelli di alimentazione e la produzione di cibo, gli equilibri ambientali». Di fronte a questa situazione «la comunità internazionale e il sistema delle Nazioni Unite, si è impegnata nel sostegno di politiche tendenti a moderare la crescita, ritenuta un ostacolo ad un equilibrato sviluppo». Tra gli «obbiettivi del Millennio» proclamati nel 2000 dai capi di stato (e relativi al 2000-2015), figuravano in prima linea azioni connesse con la sopravvivenza, la salute materna, la diffusione della regolazione delle nascite. Il problema della crescita della popolazione però, conclude Livi Bacci, «sembra essere stato rimosso dal novero dei problemi che minacciano la sostenibilità della crescita, fidandosi forse troppo del rallentamento demografico».

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