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Ascorbato di potassio. La molecola che regola le difese dell’organismo

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Sta crescendo l’interesse nei confronti di questa sostanza, un sale di potassio derivato dalla vitamina C, che sta alla base di quello che viene chiamato «metodo Pantellini». E che mostra, associato al ribosio, proprietà regolatorie del sistema immunitario utili anche nei pazienti oncologici.
Ascorbato di potassio. La molecola che regola le difese dell’organismo
Un sistema immunitario in equilibrio, forte, in grado di funzionare in maniera efficace ed efficiente è quanto di meglio si possa augurare. In un’epoca in cui la fanno da padrone malattie cronico-degenerative e tumorali, che poi creano il terreno fertile per le aggressioni dei microrganismi patogeni, diviene importantissimo prendersi cura di quel complesso e delicato «sistema di difesa» che ci garantisce la salute e che ci può dare la possibilità di recuperarla in caso di malattia.
E tra i tanti filoni di studi, sta crescendo l’interesse nei confronti dell’ascorbato di potassio, un sale di potassio derivato dalla vitamina C, definito «la molecola intelligente che regola le difese dell’organismo». La definizione è stata coniata dalla Fondazione Pantellini, ente voluto dallo studioso Gianfrancesco Valsè Pantellini, chimico fiorentino che scoprì le virtù di questa sostanza già negli anni ’40 e che poi ha dato il suo nome al metodo che ne prevede la somministrazione su varie tipologie di pazienti, soprattutto oncologici.
L’ascorbato di potassio si ottiene mescolando in 20 centilitri di acqua a temperatura ambiente 150 mg di acido L-ascorbico, 300 mg di bicarbonato di potassio (di cui 117 mg di potassio elemento) e 3 mg di D-ribosio, «senza utilizzare cucchiaini metallici e da assumersi sempre a stomaco vuoto» ci tiene a sottolineare il dottor Guido Paoli, fisico, vicepresidente e responsabile scientifico della Fondazione Pantellini, nonché autore del libro Ascorbato di potassio (Terra Nuova Edizioni).
«Da diversi anni la formula è stata arricchita con ribosio, che svolge un’attività catalitica aumentando la velocità del processo con cui viene trasferito potassio nelle cellule» spiega Paoli, che ci offre anche panoramica degli studi che si cono concentrati sull’ascorbato di potassio.

Studi e ricerche

«La ricerca “sul campo” è stata portata avanti dalla professoressa Cecilia Anichini, già pediatra e genetista dell’Università degli studi di Siena, che ha somministrato l’ascorbato di potassio con ribosio a bambini affetti da malattie genetiche rare e cosiddette orfane, cioè senza farmaci che le contrastino efficacemente, con aumentato rischio oncologico» spiega Paoli. «Gli studi hanno permesso di evidenziare sia una significativa riduzione dello stress ossidativo che un miglioramento obiettivo sensibile delle condizioni generali dei bambini».
E ancora: «Un lavoro del 2017, sviluppato da un gruppo di studio che ha messo insieme ricercatori delle università di Ferrara e Siena, ha evidenziato come l’ascorbato di potassio con ribosio utilizzato su linee cellulari di melanoma ne abbia ridotto la vitalità e la proliferazione, inclusa una diminuzione nel volume e nelle dimensioni di tali cellule neoplastiche, tanto che gli autori lo propongono come un approccio adiuvante alle terapie convenzionali nel trattamento del melanoma».
È stata poi la stessa Fondazione Pantellini, in collaborazione con il gruppo della sezione di biofisica e fisica medica del Dipartimento di neuroscienze dell’Università di Parma, a condurre studi in vitro, su linee cellulari tumorali e sane, «per valutare l’efficacia della combinazione D-ribosio e bicarbonato di potassio quale ulteriore passo avanti nello sviluppo di una strategia che permetta una rapida azione per contrastare i tumori solidi» spiegano dalla Fondazione. «Il composto riduce la velocità di proliferazione agendo sul tempo del ciclo cellulare delle cellule tumorali del seno esaminate (tumore primario triplo negativo e metastasi polmonari), mentre su cellule sane dello stesso seno non mostra alcuna tossicità né provoca variazioni morfologiche o di crescita rispetto alle cellule non trattate».
Su queste basi «sarebbe importante aprire la discussione nell’ambito della comunità medica per uscire da meccanismi standardizzati e da posizioni chiuse e arroccate» spiega Paoli, «perché l’obiettivo è e deve restare quello di essere di aiuto alle persone nel miglior modo possibile. Naturalmente, sappiamo bene che ci sono resistenze nel mondo accademico riguardo a questi approcci che escono dalla stretta convenzionalità, ma se i risultati e le osservazioni sono interessanti e positive potrebbe rivelarsi quanto mai utile approfondirli».

Le patologie oncologiche

I risultati della somministrazione di questo composto fisiologico sulle cellule tumorali in vitro e i benefici riscontrati sui pazienti oncologici che si rivolgono ai medici della Fondazione Pantellini permettono di affermare che «l’ascorbato di potassio, affiancato soprattutto nelle fasi iniziali della patologia da altre sostanze fisiologiche e vitaminiche che ne aiutano l’azione, limita gli effetti collaterali delle eventuali terapie in corso e cercano di ripristinare i meccanismi ossido-riduttivi alterati dai processi fermentativi oncologici» aggiunge Paoli. «La metodica ovviamente non è alternativa ai protocolli ospedalieri» chiarisce «e può affiancare chemio e radioterapia con opportune precauzioni».

Come funziona

Ma come funziona e come si esprime l’efficacia dell’ascorbato di potassio sull’organismo, sulla regolazione delle difese immunitarie e sui pazienti oncologici? «Per spiegare e per capire, bisogna partire dal cosiddetto stress ossidativo» prosegue il dottor Guido Paoli, «che è il meccanismo di innesco fisiologico alla base dell’ipotesi di Pantellini e che può portare una serie di effetti a cascata a livello cellulare. Questi partono da uno squilibrio fra sodio e potassio, che tendono a invertire le loro concentrazioni fra interno ed esterno della cellula. Varie evidenze di laboratorio mostrano come alte concentrazioni di sodio nel citoplasma cellulare incrementano l’incidenza e la gravità di tumori maligni, perché ciò porta quantità sempre più alte di glucosio che funziona da benzina per la proliferazione incontrollata. I cambiamenti che avvengono nell’ambiente cellulare portano informazioni distorte al Dna e quindi possono avere luogo mutazioni in grado di innescare la carcinogenesi.
Il metabolismo cellulare passa dal regime ossido-riduttivo a quello fermentativo. L’azione dell’acido ascorbico e del ribosio è volta proprio a riportare il potassio nel citoplasma cellulare, soprattutto delle cellule degenerate, facendo quindi uscire sodio e glucosio non metabolizzati, indebolendo la riserva energetica di quelle cellule degenerate e quindi affamandole. Nelle cellule sane, invece, la concentrazione di potassio viene mantenuta ai livelli ottimali, permettendo una potenziale ottimizzazione del loro metabolismo».

Proposta terapeutica integrata

Come (e se) si può, dunque, inserire la proposta terapeutica a base di ascorbato di potassio e ribosio in un’ottica di oncologia integrata?
«La Fondazione Pantellini si è sempre mossa proponendo questa metodica nell’ambito dell’integrazione in oncologia, per cercare di limitare gli effetti avversi di chemio e radioterapia» spiega ancora Paoli. «Il nostro obiettivo è aiutare la persona sofferente a trovare una strada per affrontare il percorso terapeutico con i migliori benefici possibili. La quasi totalità delle persone che si rivolgono a noi segue i trattamenti convenzionali e quindi agiamo nell’integrazione. Nella nostra esperienza osserviamo in generale un miglioramento del quadro clinico. Le persone spesso recuperano appetito ed energia, hanno un dolore controllabile e tendenza dei valori del sangue a rimanere o rientrare nel range di normalità. L’azione sul tumore in sé è volta ad affamarlo, cioè a limitarne le riserve energetiche, togliendo il glucosio non metabolizzato».
PER MAGGIORI INFORMAZIONI:
www.valsepantellini.org
 

Al via uno studio sui malati che non rispondono più alle cure convenzionali

La Fondazione Pantellini ha avviato una raccolta fondi per finanziare uno studio che partirà dopo l’estate e che coinvolgerà pazienti oncologici che non rispondono più alle cure e che non rientrano più in nessun protocollo, per i quali l’attesa di sopravvivenza è ridotta e la qualità della vita altamente compromessa.

«La nostra è una grande scommessa, ma partiamo da basi solide e contiamo di poter fornire ai malati una terapia di supporto che li sostenga» spiega il dottor Guido Paoli, fisico, vicepresidente e responsabile scientifico della Fondazione Pantellini, nonché autore del libro Ascorbato di potassio (Terra Nuova Edizioni).
«La possibilità di un supporto utile e non tossico è un argomento di grande significato e di importanza strategica per il rispetto della dignità delle persone. Proprio il miglioramento della qualità di vita rappresenta il punto chiave del progetto che vogliamo portare avanti, insieme a un possibile incremento delle aspettative di vita».

Il progetto

«Lo studio è stato impostato prevedendo per i pazienti a fine cura, e mandati a casa con terapia palliativa, un trattamento di supporto secondo la metodica Pantellini, basato sulla somministrazione più volte al giorno di ascorbato di potassio con ribosio per alleviare la sintomatologia dolorosa e dare la migliore qualità di vita possibile, limitando al massimo l’impiego di antidolorifici di tipo oppioide che comportano effetti collaterali sia a livello intestinale che del sistema nervoso centrale» spiega Paoli.
«Il vantaggio di questa metodica è proprio l’utilizzo di sostanze fisiologiche con limitatissimi rischi di effetti collaterali. Lo studio prevede di arruolare un massimo di venti pazienti oncologici affetti da tumori solidi che non rispondono più a trattamenti radio-polichemioterapici e che sono indirizzati a palliazione per il dolore, da monitorare a livello domiciliare. La durata prevista è di dodici mesi o comunque un tempo compatibile con le aspettative di vita. Lo studio inizierà a settembre 2020 e si concluderà nell’agosto 2021».
«Ogni paziente sarà visitato all’inizio per avere i parametri clinici e biologici, per impostare il diario clinico e proporre lo schema di supporto più idoneo. Il protocollo generale va considerato come una linea guida da adattare caso per caso in base alle condizioni specifiche di ciascun paziente. La qualità di vita sarà monitorata attraverso visite mediche periodiche, la risposta a uno specifico questionario e il monitoraggio di parametri clinici obiettivabili. Tutti i possibili effetti collaterali saranno annotati nel diario clinico nel corso dello studio».
I fondi che verranno raccolti con il crowdfunding, fa sapere la Fondazione, serviranno per sostenere:
• tutti i costi per i farmaci da destinare alle persone arruolate nel progetto, che riceveranno quindi assistenza professionale e farmacologica completamente gratuita;
• tutte le spese relative agli esami del sangue e le indagini strumentali di controllo per le persone arruolate;
• i rimborsi spese ai professionisti coinvolti nel progetto.
PER SOSTENERE LA RACCOLTA FONDI:
www.terranuova.it/fondazionepantellini
 
 

Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Maggio 2020

Visita www.terranuovalibri.it lo shop online di Terra Nuova
 

IL LIBRO

L’ascorbato di potassio è un composto di grande interesse biologico, derivato dell’acido ascorbico (comunemente noto come vitamina C). Oltre a esplicare un’importante azione antiossidante, è indispensabile per la sintesi del collagene e dei tessuti connettivi, aumenta l’assorbimento del ferro, contribuisce all’accrescimento delle ossa, migliora la resistenza alle infezioni e potenzia il sistema immunitario. Qualità che gli hanno fatto guadagnare l’appellativo di “molecola intelligente”.

A portare alla ribalta l’ascorbato di potassio sono stati gli studi e le ricerche del biochimico Gianfrancesco Valsé Pantellini, scomparso nel 1999, il cui principale contributo è stato quello di offrire una visione diversa dei tumori.
In questo libro l’autore, collaboratore ed “erede” del Pantellini, fa il punto sulle applicazioni terapeutiche dell’ascorbato di potassio in tante condizioni patologiche del nostro tempo, spiegandone il meccanismo d’azione, i processi che innesca nel nostro organismo e le modalità di assunzione in caso di necessità.
 

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