Vai al contenuto della pagina

Considerare la vista diversamente

homepage h2

La vista è un senso oggettivo: la capacità di vedere si evolve e si modifica. Ritroviamo una libertà di visione che ci apra la strada a tante possibilità.
Considerare la vista diversamente
Vale la pena prendere coscienza del fatto che la vista è un senso soggettivo, come tutti i sensi e come tutte le percezioni. Non vediamo tutti allo stesso modo. L’idea comunemente diffusa è che ci sia una vista “normale”, un modo di vedere uguale per tutti, ma questo non corrisponde affatto alla realtà. Il dottor Bates, che ha trascorso anni a osservare gli occhi dei suoi pazienti, constatò che la vista non è una condizione statica, ma cambia costantemente a seconda dello stato fisico, emotivo e mentale di ognuno. La capacità visiva si evolve e si modifica in continuazione, senza che questo significhi necessariamente che la nostra vista sia difettosa. È importante prendere in considerazione un insieme di fattori congiunturali, educativi, sociali, culturali, religiosi, “razziali”, che influenzano direttamente la nostra vita e la nostra visione del mondo.
Vedere non è soltanto la capacità di leggere tutte le letterine nella parte inferiore della tavola dell’oculista. Del resto, in origine l’uomo sapeva forse leggere? Ne aveva bisogno per sopravvivere? Mi sembra curioso basare sostanzialmente solo su questo le visite oculistiche, perché vedere è la nostra capacità di interpretare, decodificare, comprendere le informazioni visive che i nostri occhi percepiscono, cioè i colori, le luci, le forme, i contrasti. Queste informazioni vengono analizzate e interpretate nella corteccia visiva, situata dietro la testa, e questa analisi può avvenire solo stabilendo dei legami con la nostra memoria. Noi decodifichiamo ciò che vediamo in funzione dei nostri riferimenti, della nostra storia, della nostra educazione, di tutto ciò che abbiamo appreso e vissuto. Sapete che non vediamo, o vediamo molto male, ciò che non conosciamo?
Senza riferimenti non sappiamo interpretare, dobbiamo prima prendere coscienza della novità e familiarizzarci. Sono stati riportati parecchi casi di tribù che non potevano vedere certi veicoli perché questi non rientravano assolutamente nel loro ambito di riferimento: dei papuani cui fu mostrato un film su New York non vedevano le auto che vi circolavano; all’arrivo di Jacques Cartier in America del Nord, gli indiani non vedevano le caravelle, dal momento che il loro unico riferimento nell’ambito dei battelli erano le loro piroghe a fior d’acqua.
Non solo non vedevano le vetture e le caravelle, ma ci volle loro del tempo per arrivare a vedere qualcosa nel punto in cui erano questi veicoli. Questi popoli dovettero apprendere progressivamente a decodificare, scoprire e poi riconoscere queste forme totalmente inedite per loro. Simili reazioni non sono dovute al fatto che si tratta di tribù. Vale lo stesso anche per noi! Infatti, noi vediamo in funzione delle conoscenze acquisite, del nostro passato, ma anche in funzione della nostra storia di vita. I nostri riferimenti cambiano a seconda del luogo di nascita, della cultura, della religione, e quello che vediamo sarà interpretato e compreso in modo diverso.
Le informazioni visive ricevute dai nostri occhi sono anche completamente influenzate dal nostro stato generale, fisico, mentale, emotivo. Noi abbiamo la tendenza a far rientrare i dati visivi che riceviamo in funzione del nostro “prisma” del momento. Così, se siam in uno stato cupo e depresso, rischiamo di essere ancora più corrucciati davanti a una situazione comica; questa, per contro, farà sbellicare dalle risate il nostro vicino che, da parte sua, in quel momento è in piena forma, disteso e aperto. Si può perfino immaginare che la situazione e la risata ci faranno solo innervosire, e noi vedremo soltanto stupidaggine e cattiveria in questa scena: una condizione interna diversa per ognuno, che comporta due visioni totalmente discordanti davanti alla stessa scena. Allo stesso modo, davanti a un incidente avrete tante testimonianze diverse quanti sono gli spettatori. Eppure, hanno tutti visto la stessa scena nello stesso momento.

Da una parte, non sono piazzati tutti nello stesso punto, quindi non hanno lo stesso angolo visivo; e poi, ognuno decodifica l’incidente in funzione dei propri riferimenti passati: se loro stessi hanno avuto un incidente, se un amico o un parente è scomparso in un episodio simile, se il film visto la sera prima mostrava la scena di un incidente ecc. Ci potrà essere perfino qualcuno che non ha visto niente! Eppure, era davvero là fisicamente ma, assorbito dai suoi pensieri, non ha visto che cosa succedeva sotto i suoi occhi nella realtà fisica. Anche questo è frequente. Quando una persona ha la testa altrove, si assenta e non vede più. A essere in causa non sono i suoi occhi. Per vedere bene, dobbiamo essere presenti, qui e ora.

Abbiamo anche la tendenza a fare corrispondere i dati visivi registrati dai nostri occhi con ciò che vogliamo vedere, in funzione delle nostre convinzioni profonde, delle nostre credenze, il che forgia lo sguardo che abbiamo sul mondo e sulla vita in un senso o nell’altro. Così, a seconda dell’appartenenza a qualche ideologia politica o religiosa, alcuni avvenimenti saranno “visti” in modo totalmente diverso da questa o quella comunità. Teniamo ben presente che la vista è assolutamente soggettiva, e che gli occhi possono talvolta giocarci brutti scherzi.
A volte crediamo di vedere qualcosa, ma questo non corrisponde alla realtà. Per esempio, come reagire in merito ai miraggi? Noi vediamo un’oasi nel deserto, vediamo acqua in un paesaggio, ma quando ci avviciniamo tutto scompare.
È stato stabilito che la nostra vista puramente fisiologica, fisica, quella che dipende dallo stato di salute dei nostri occhi, corrisponde al 15-20% della funzione visiva totale. Il restante 80-85% è infatti condizionato dalle variabili menzionate sopra.
Constatiamo così che possiamo agire sulla nostra vista dall’interno. Possiamo distaccarci dalla nostra visione del mondo e relativizzarla. Possiamo allargare il nostro sguardo, aprirci nel nostro modo di vedere, respingere i limiti delle nostre convinzioni e di tutti i nostri riferimenti, vedere bene, vedere lontano e acquisire un’altra visione del mondo, degli avvenimenti, degli altri, di noi stessi. Una visione distesa, molto meno striminzita e rinchiusa nei nostri riferimenti sclerotizzati.
Possiamo ritrovare una libertà di visione, una libertà dello sguardo, capace di aprirci la strada a tante possibilità.
___________________________________________________________________________
Articolo tratto dal libro Occhi in salute

I problemi della vista sembrano essere sempre più diffusi, sia tra i bambini che tra gli adulti, aggravati dall’utilizzo massiccio e pervasivo degli schermi (computer, cellulari, lavagne elettroniche), dall’esposizione alla luce artificiale, dall’inquinamento e dallo stress. E solitamente gli occhiali sono presentati come l’unico e inesorabile rimedio, un destino a cui è impossibile sfuggire. Ma questo libro dimostra che non è così.

Riabilitare e migliorare la vista è possibile, grazie a semplici esercizi quotidiani che tutti possono mettere in pratica. Ginnastica oculare, yoga e qi gong degli occhi, rilassamento oculare e visualizzazioni, metodo Bates: sono solo alcune delle attività illustrate nel libro per fare a meno degli occhiali, recuperare le diottrie o prevenire eventuali disagi.
In queste pagine troverete 30 esercizi per gli occhi e per il corpo, progettati per recuperare il comfort visivo, ma anche per combattere gli occhi secchi, l’emicrania e altre tensioni nella sfera degli occhi e della testa.
Concentrati sui nostri dispositivi elettronici, spesso ci dimentichiamo di guardare lontano, verso l’orizzonte. Questo libro è anche un invito a sollevare lo sguardo e ritrovare il gusto di vedere, intorno e dentro di noi.
 

SFOGLIA UN’ANTEPRIMA DEL LIBRO

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!