Centella asiatica: il rimedio fra storia e tradizione

La Centella è una pianta assai diffusa nelle zone tropicali del sud-est asiatico. Conosciuta da moltissimo tempo in India, Cina ed Indonesia, è da sempre impiegata nella medicina ayurvedica ed è nota col nome di brahmi, ossia «pianta
di Brahaman», portatrice di saggezza.

In Cina, conosciuta con il nome di luei gong gen, era impiegata per abbassare la febbre e per le affezioni respiratorie. In tutto il sud-est asiatico veniva utilizzata per il trattamento delle malattie della pelle: eczema, psoriasi e addirittura lebbra e lupus. Importanti studi al riguardo vennero svolti anche in Madagascar ad opera del noto ricercatore Ratsimamanga.

È risaputo, inoltre, che la pianta era utilizzata per i disturbi depressivi legati a malattie fisiche, nonché per la cura delle ulcere allo stomaco e della sifilide, dell’affaticamento mentale, della diarrea, dell’epatite e dell’asma.

Alla fine del XIX secolo venne introdotta come farmaco anche in Francia e in Inghilterra e i medici inglesi, in particolare, la impiegarono in Africa per curare la lebbra.

La ricerca più moderna ne ha comprovato le innumerevoli proprietà permettendone la diffusione per il trattamento delle patologie più disparate; insieme alla cura di ustioni, ferite ed ulcere, la Centella è utilizzata come rimedio contro la formazione di cicatrici, contro gli inestetismi della cellulite e come tonico dei vasi sanguigni.

I principi attivi sono: Saponosidi triterpenici (asiaticoside, centelloside, madecassoside, acido asiatico, acido madecassico); flavonoidi (quercitina, kaempferolo); aminoacidi; steroli; polline e olio essenziale.

La Centella è utile nei casi di: insufficienza venosa, stasi venosa, ipertensione venosa, microangiopatia diabetica • varici, varicoflebiti, emorroidi • stati prevaricosi: pesantezza agli arti inferiori, crampi notturni, edema ortostatico, presenza di capillari e venule negli arti inferiori (uso interno ed esterno) • cellulite (uso interno ed esterno) • ferite, piaghe, ustioni, lesioni post-operatorie (uso interno ed esterno) • psoriasi (uso esterno) • ulcera gastrica e duodenale • mastopatia fibrocistica • infiammazioni articolari • ansia, stress • debilitazione • disordini della memoria.

– Tintura Madre: 40-50 gtt 3 volte al dì in un po’ di acqua.
– Estratto Secco: titolato con un minimo del 5% di derivati triterpenici (acido asiatico e madecassico 60%; asiaticoside 40%); se ne assumono 2-3 mg per chilo di peso corporeo, in due somministrazioni lontano dai pasti.
– Estratto Fluido: 90-150 gtt in acqua, preferibilmente in due somministrazioni e lontano dai pasti.
– Pomata: all’1%, da applicare più volte al dì.

È un rimedio ben tollerato e non presenta effetti collaterali alle dosi consigliate. Prudenza in gravidanza; compatibile con l’allattamento. Può dare cefalea e nausea se preso ad alti dosaggi.

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