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Covid19 e isolamento: lettera aperta per la salute dei bambini

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Prosegue l’isolamento delle persone nelle loro case in rispetto dei provvedimenti adottati dal governo per l’allarme coronavirus ma sempre più si levano voci accorate che chiedono di considerare i bambini e le loro insopprimibili esigenze di movimento e di aria aperta a garanzia della loro salute fisica e mentale. Su change.org un gruppo di genitori ha lanciato una petizione che ha già raccolto migliaia di firme e tante altre iniziative sono partite.
Covid19 e isolamento: lettera aperta per la salute dei bambini
Prosegue l’isolamento delle persone nelle loro case in rispetto dei provvedimenti adottati dal governo per l’allarme coronavirus ma sempre più si levano voci accorate che chiedono di considerare i bambini e le loro insopprimibili esigenze di movimento e di aria aperta a garanzia della loro salute fisica e mentale. Su change.org un gruppo di genitori ha lanciato una petizione che ha già raccolto migliaia di firme e tante altre iniziative sono partite. La petizione è rivolta al presidente del Consiglio, al Garante del’Infanzia, al ministro della Salute e ai presidenti delle Regioni.
Nella petizione si richiama la norma che recita: «Non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona». E i promotori scrivono: «In riferimento a questo comma chiediamo come si debbano comportare i genitori di figli minori, che siano impossibilitati a uscire individualmente. Siamo molto stupiti che sin dall’inizio delle restrizioni non siano state date indicazioni chiare su come comportarsi con le bambine e i bambini, generando confusione e ansia all’interno di molte famiglie».

L’importanza del movimento per i bambini

E ancora: «Da un lato, esso riconosce il diritto a svolgere individualmente attività motoria nei pressi della propria abitazione alle persone adulte, dall’altro specifica che tale attività deve essere “individuale” ed esclude pertanto qualsiasi possibilità per le bambine e i bambini di uscire a prendere una boccata d’aria in caso di necessità, perché la loro uscita richiede necessariamente l’accompagnamento da parte di un familiare. In definitiva, un’interpretazione letterale della direttiva riconosce minor diritto di attività motoria ai bambini rispetto agli adulti, con grave danno per la salute fisica e psicologica dei minori. La nostra impressione è che tali provvedimenti, presi sotto la pressione dell’emergenza, non abbiano tenuto conto dell’esistenza di fasce di cittadine e cittadini differenti dall’adulto autonomo, sano e benestante (persone con disabilità, senza-tetto e per l’appunto bambine e bambini), fino ad arrivare al paradosso che le esigenze degli sportivi adulti e degli animali da compagnia ricevono maggior attenzione rispetto a categorie assai più fragili, come quelle appena menzionate».
La petizione prosegue: «A queste delicatissime persone, cui è già stata tolta la scuola e ogni attività e relazione foriera di contatto, quindi in definitiva la totalità della loro vita nonché del loro campo di crescita, non possiamo chiedere di stare completamente recluse in casa sine die. Soprattutto considerando che non tutti i bambini hanno la fortuna di abitare in case grandi, dotate di giardino o terrazza, o di vivere in borghi sperduti tra i monti. Questa restrizione improvvisa e prolungata della libertà di movimento e di relazione inevitabilmente avrà effetti molto importanti sull’equilibrio psichico delle bambine e dei bambini: proprio per questo è estremamente importante prenderci cura di loro, cercando di attenuare il più possibile l’impatto di un’esperienza così traumatica ed adottando ogni strategia possibile per allentare la tensione fatalmente presente tra le mura domestiche».

Un conforto e uno sfogo in un quadro di quotidianità stravolta

«La loro tenuta psico-fisica ci sta particolarmente a cuore, e ci sentiamo responsabili, in quanto genitori, di accompagnarli in questa tremenda, e già lunga, quotidianità stravolta senza pretendere da loro più di quanto sia richiesto ad un adulto autonomo. Nello specifico, sarebbe di enorme aiuto un chiaro pronunciamento da parte delle autorità competenti in merito alla possibilità per le bambine e i bambini di: svolgere attività motoria in prossimità della propria abitazione in compagnia esclusiva di un genitore o di un altro adulto appartenente al nucleo familiare; usufruire degli spazi condominiali (cortili, terrazzi) in compagnia esclusiva di un genitore o di un altro adulto appartenente al nucleo familiare».
Anche i pediatri sono preoccupati per il fatto che ai bambini non sia data alcuna possibilità di uscire; il giornale Uppa (un pediatra per amico) lancia un appello accorato: «Le misure che il governo ha emanato in queste ultime settimane non prendono in alcuna considerazione le necessità dei bambini… la situazione di isolamento prolungato in cui vivono rischia di provocare, e in alcuni casi sta già provocando, problematiche che compromettono la salute e il benessere dei più piccoli, tra cui alterazioni nel ritmo sonno/veglia, scorrette abitudini alimentari, abuso di tecnologie; i bambini, esposti a situazioni di stress prolungato, rischiano di pagare un prezzo altissimo sul piano della salute mentale».
A Firenze 130 genitori hanno scritto un’accorata lettere al sindaco dove si legge: «Siamo preoccupati del fatto che nessuno si sia posto seriamente il problema dei bambini. Rispettiamo il diritto che avete riconosciuto ai cani di poter espletare i loro bisogni fisiologici in ripetute passeggiate nel corso di una giornata. Pretendiamo che le istituzioni diano una risposta chiara alla ragionevolezza e proporzionalità di provvedimenti emergenziali che “sembrano” vietare ai bambini di uscire anche solo per una mezz’ora. In questi giorni ci siamo impegnati a essere cittadini responsabili, nel rispetto scrupoloso delle disposizioni che l’emergenza sanitaria in atto ha imposto».
A Prato si è “consumata” una lite tra un consigliere del Pd che chiedeva di far uscire i bambini e il sindaco che l’ha richiamato. A Milano i consiglieri comunali hanno lanciato un appello per consentire almeno un’ora d’aria ai bambini e gli ideatori di quella che è stata chiamata Wu Ming Foundation, da sempre impegnati su temi delicati e con risvolti sociali, hanno proposto una loro riflessione dal titolo assai significativo ” I bambini scomparsi per decreto. La sofferenza dei più piccoli nei giorni del coronavirus“.
A Ventimiglia una signora 85 anni ha affisso una lettera nell’androne del palazzo dove risiede per invitare tutte le famiglie con bambini a godere del suo terrazzo spazioso, che ha messo a disposizione nel rispetto delle misure di sicurezza.
Si sono mossi anche alcuni membri di associazioni, genitori, insegnanti, educatori ed educatrici, psicologi e psicologhe, antropologi e antropologhe, artisti e artiste che hanno sottoscritto una lettera aperta dove, anche lì, si chiede almeno un’ora d’aria ai bambini evitando gli assembramenti ma garantendo il rispetto del loro fragile e delicato equilibrio.

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