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#NonUnLibroQualunque. La libreria che sa di antiche battaglie

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Un’antica libreria, fucina culturale e laboratorio di sperimentazione letteraria, con un’attenzione particolare ai piccoli editori e alle riviste di controcultura, come Terra Nuova.
#NonUnLibroQualunque. La libreria che sa di antiche battaglie
Nino Nasi è stato l’ultimo vero libraio reggiano. Lo storico proprietario della Libreria del Teatro, si è spento all’età di 89 anni nel 2016, lasciando un vuoto nell’intera città.
Uomo aperto e generoso, ha costruito attorno a sé un’autentica fucina culturale, di cui oggi nel capoluogo emiliano si sente la mancanza. La sua libreria fu il laboratorio della sperimentazione letteraria degli anni Sessanta e Settanta, e fu lui a incitare Pier Vittorio Tondelli alla scrittura, scoprendone il talento. La libreria però non se ne è andata. È passata in mano alla figlia Patrizia, che si è presa il compito di portare avanti questo pezzo di storia, in un periodo certamente più difficile per chi vende libri.

Un negozio storico da tutelare

La libreria rappresenta ancora un luogo importante della città, ricco di storia e di cultura, riconosciuto come “negozio storico da tutelare” racconta Patrizia. “I partigiani qua nascondevano le armi in mezzo ai libri. Gli studenti si davano appuntamento qua, nei giorni di sciopero. C’è sempre stato un filone anarchico e libertario che mio padre accarezzava. Oggi sulla libreria c’è un vincolo del Ministero. È tutto intoccabile tranne, purtroppo, l’affitto da pagare, che essendo in pieno centro rimane molto alto. Mio padre iniziò l’attività nel ’60. Lo stesso anno in cui sono nata io. Lui ha sempre detto che aveva due figli, me e la libreria. Io, in tutti questi anni, non sono mai venuta perché non c’erano né spazio, né soldi, finché non si è ammalato e ho cominciato a prendermene cura”.
Patrizia di professione fa l’insegnante di pattinaggio artistico. E divide la sua vita lavorativa a metà, tra la sua scuola e la libreria, che è aperta solo al mattino, tranne il sabato che fa la giornata intera. “I tempi purtroppo sono cambiati” commenta Patrizia con amarezza. “È cambiata la città che si è lentamente svuotata. Hanno spostato le banche, il tribunale, e di conseguenza si sono trasferiti fuori dal centro anche tutti gli uffici di avvocati e notai. C’è un certo degrado del centro storico che tutti riconoscono. Ma sono cambiati anche i giovani, che leggono meno. Mio padre ha convissuto con una generazione di giovani che faceva cultura. Qua a Reggio diversi scrittori e giornalisti dicono che, se sono diventati ciò che sono, è perché hanno frequentato questa libreria. Era un vero ritrovo, si discuteva di politica, di musica, di letteratura. Oggi i giovani li vedi tutti al cellulare, crescono con l’illusione di avere sempre le risposte pronte. Nessuno si impegna a imparare e studiare come un tempo”.

Terra Nuova e il Piccolo Principe

Lo spazio del negozio è molto piccolo, non si vendono gadget e articoli di cartoleria. È una libreria nuda e pura. C’è un angolo dedicato ai piccoli editori e alle poche riviste di controcultura come Terra Nuova, che Nino Nasi ha sempre apprezzato. Doveva proprio essere un tipo particolare: insieme alla collezione di ex voto in libreria si può ammirare la raccolta di 250 copie del Piccolo Principe, in altrettante lingue diverse, dal quechua al vietnamita, al lappone. Un vero atto di amore per l’opera di Antoine de Saint-Exupéry.

Questa è anche la sede del Fai, Fondo per l’ambiente italiano. Una volta all’anno con i volontari si organizza una cena sociale, e parte dell’incasso è devoluto alla libreria. Gli incontri vengono fatti all’esterno, in collaborazione con altre realtà, in particolare con una galleria d’arte vicina, che è uno spazio aperto alle alternative. Per fortuna c’è ancora qualcuno che resiste e che si tiene stretto a questo pezzo di storia.
 
Libreria del TeatroVia Crispi 6, Reggio nell’Emilia
tel 0522 438865, FB Libreria del Teatro
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