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“Alla mia piccola Sama”: sullo schermo il dramma siriano della guerra

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Il film documentario Alla mia piccola Sama (For Sama), di Waad al-Kateab e Edward Watts, è uscito in Italia, distribuito da Wanted. Il lungometraggio racconta la storia di Waad al-Kateab attraverso gli anni della rivolta di Aleppo fino allo scoppio del conflitto in Siria. Proprio durante l’assedio della città, nasce Sama, figlia di Waad e di un medico.
“Alla mia piccola Sama”: sullo schermo il dramma siriano della guerra
Il film documentario Alla mia piccola Sama (For Sama), di Waad al-Kateab e Edward Watts, è uscito in Italia, distribuito da Wanted. Il lungometraggio racconta la storia di Waad al-Kateab attraverso gli anni della rivolta di Aleppo fino allo scoppio del conflitto in Siria. Proprio durante l’assedio della città, nasce Sama, figlia di Waad e di un medico.
“Questo intenso documentario ci ricorda che, mentre tutti già parlano del dopoguerra, la guerra in Siria non è affatto terminata – spiega Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia – ‘Alla mia piccola Sama’ descrive nel modo più drammatico possibile l’efficacia della principale tattica usata dalle forze siriane durante il conflitto: assedio, bombe e fame fino alla resa. Una tattica che ha causato sofferenze infinite ai civili, di fronte alla quale anche la nascita di una figlia, lungi dall’essere un atto irresponsabile, diventa un atto di resistenza“.
Il film-documentario “Alla mia piccola Sama” ha il patrocinio di Amnesty International Italia. In programma una serie di eventi durante tutto il periodo della distribuzione in sala. Il film è stato accolto da entusiasmo e interesse.
La 29enne Waad Al Kateab ci racconta la sua storia. Ha ripreso tutto. Più di 500 ore di filmato. Giovane studentessa di economia ad Aleppo, partecipa alle proteste pacifiche contro il presidente Bashar Al-Assad. Vive la primavera araba. Conosce il giovane medico Hamza, se ne innamora e lo sposa.
Nasce Sama. In arabo vuol dire cielo. Ma intanto l’assedio della loro città è cominciato. Finirà, dopo quattro anni e cinque mesi, nel 2016. E Al Kateab abbandonerà, sotto la protezione dell’ONU, la città fantasma insieme alla sua famiglia. Portandosi dietro tutti quegli istanti di vita che ha filmato, documentato. Per lasciare traccia, memoria, testimonianza. Di cosa? Il lavoro del marito Hamza, dottore di un ospedale improvvisato (890 operazioni in 20 giorni, 6.000 persone curate). I momenti di gioia con la piccola Sama. I bombardamenti, le morti, i bambini feriti. La disperazione, la paura, il coraggio. La tenerezza, la forza di chi non scappa e non si piega.
Poi, accolta in Inghilterra, insieme a Edwards Watts, regista indipendente di ben 20 documentari, dà forma al film. 97 minuti adesso nei cinema.
Per ottenere un voucher che dà diritto una riduzione, scrivere ad action@amnesty.it indicando nome, cognome e città.

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