Su Le monde un gruppo di medici lancia l’allarme per i disturbi del comportamento e dell’attenzione che possono essere causati dalla sovraesposizione dei bambini agli schermi di computer, tablet e smartphone.
In un dibattito sul giornale Le Monde1 un collettivo di medici e professionisti ha lanciato l’allarme sui gravi disturbi del comportamento e dell’attenzione causati dalla sovraesposizione agli schermi.
Sembra che un numero crescente di bambini piccoli non guardino quando ci si rivolge loro, non comunichino, non parlino, non cerchino gli altri, siano troppo agitati o troppo passivi… Stare troppo tempo davanti allo schermo potrebbe del resto, nuocere all’immaginazione, alla creatività, alla qualità del sonno ecc, e favorire, tra l’altro, il sovrappeso, il mal di testa e l’ansia.
Le raccomandazioni: assenza totale di schermi come minimo prima dei diciotto mesi, e poi impiego di durata limitata e progressiva in funzione dell’età del bambino2.
Note
1. “La surexposition des jeunes enfants aux écrans est un enjeu majeur de santé publique”, Le Monde, 31 maggio 2017.
2. Vedi la campagna Yapaka en Belgique, la Société canadienne de pédiatrie, l’Académie américaine de pédiatrie, la Società Italiana di Pediatria ecc.
_____________________________________________________________________________
Quante volte ci diciamo che «non abbiamo tempo» per seguire un hobby, visitare un amico o semplicemente per fare nulla? Viviamo immersi in una società che ci spinge a essere frenetici, iperattivi, a voler possedere sempre qualcosa, a consumare noi stessi e le risorse del Pianeta.
Nelly Pons, sopravvissuta a un burn-out, un vero e proprio collasso fisico e psichico, parte dalla propria esperienza per suggerirci come riprendere in mano le nostre esistenze e costruire un nuovo rapporto con il mondo in cui viviamo.
Rallentare è uno stile di vita, un modo per vivere più consapevolmente, per ridurre l’impatto ambientale dei nostri consumi e per aumentare il tempo e lo spazio dedicato alle relazioni con gli altri, con noi stessi e la natura. Rallentare non significa andare al rallentatore ma saper dosare il proprio ritmo ed elaborare un nuovo equilibrio tra velocità e lentezza. E poiché il mondo continua ad accelerare, l’unica leva su cui abbiamo il potere di agire siamo noi stessi.
In conclusione del libro Paolo Ermani, una delle figure più attive del movimento ecologista in Italia, ci racconta la storia esemplare di un individuo che ha scelto di rallentare e ha raggiunto il proprio obiettivo.
SFOGLIA UN’ANTEPRIMA DEL LIBRO