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Quali i rischi del polistirolo in edilizia?

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“Abbiamo applicato il polistirolo a due pareti di una camera da letto. Vorremmo sapere se si può rimediare senza toglierlo del tutto”. Francesco Imbesi, del Centro tutela consumatori utenti di Bolzano, chiarisce i dubbi di due lettori di Terra Nuova riguardo la pericolosità del polistirolo in bioedilizia.
Quali i rischi del polistirolo in edilizia?
Il polistirolo di per sé ha una tossicità soprattutto per quanto riguarda due aspetti: quello della produzione e quello dello smaltimento. Se escludiamo l’impiego di questo materiale a diretto contatto con gli alimenti, ad esempio come bicchierino per il caffè, non mi aspetterei invece un problema nel suo utilizzo.
Spesso ci troviamo davanti a questo dilemma: puntiamo a un obiettivo ecologico (in questo caso l’isolamento termico e dunque il risparmio energetico), ma lo raggiungiamo con mezzi non esattamente «ecologici».
Possiamo dire che in questo caso «il latte è versato» e concentrarci su come risolvere al meglio la situazione, anche cercando di non sobbarcarci spese del tutto sproporzionate.
Se ora volessimo eliminare questi pannelli, rischieremmo di liberare nell’ambiente lo stirene (si tratta delle «palline», l’inquinante principale a carico delle acque e degli esseri che ci vivono), e comunque dovremmo impiegare un altro isolamento – consigliabile in tal caso un pannello ecologico in fibra di legno, ottenuto dai residui delle segherie.
In questo momento mi darei invece qualche preoccupazione riguardo alla tensione elettrica statica che qualsiasi materiale sintetico, polistirolo compreso, è in grado di produrre, e che in qualche modo potrebbe essere tra le cause dei problemi di sonno che avete lamentato.
Al vostro posto, io lascerei i pannelli dove sono, ma li ricoprirei incollandovi sopra, con un collante che non abbia esalazioni tossiche, un sottile pannello in fibra di legno di minimo 2 mm di spessore.
Oltre a sortire un miglioramento come effetto termico e una diminuita tensione superficiale, questa soluzione offrirebbe il vantaggio di poter usare una parte della parete anche come zona dove fissare con delle puntine da disegno dei poster o dei disegni, nel caso per esempio si trattasse della camera dei bambini.
Un’altra possibilità sarebbe ricoprirlo con uno smalto ecologico sigillante. In entrambi i casi consiglierei anche di sigillare le linee di contatto con i muri attraverso una pasta isolante acrilica (si applica come il silicone). In tutta la stanza ricorderei infine di evitare i materiali sintetici: tende e tappeti in fibre non naturali, ma anche mobili con superfici plastiche o rivestimenti in resina.
Stesso discorso per tutte le fonti di elettrosmog: telefoni cordless, apparecchi bluetooth, trasformatori per lampade a basso voltaggio. Se volete dormire tranquilli: fuori tutto!
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Articolo tratto dalla rubrica Terra Nuova dei Lettori

Leggi la rubrica completa su Terra Nuova Gennaio 2020
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