Survival International sta conducendo tre campagne fondamentali per il futuro dei popoli indigeni, minacciati da razzismo, sviluppo forzato e violenza.
I popoli indigeni sono i migliori conservazionisti e custodi del mondo naturale, e contribuiscono a rendere il mondo un luogo migliore. Ciononostante, sono minacciati da razzismo, furti di terra, sviluppo forzato e violenza genocida. I loro diritti umani sono violati e le loro terre vengono rubate per profitto causando povertà, malattie e morte.
Survival International lotta da cinquant’anni al loro fianco e sta conducendo tre campagne cruciali per il loro futuro. Partecipa anche tu e aiuta a decolonizzare lo sviluppo, la conservazione e l’educazione.
SVILUPPO
#IlProgressoPuòUccidere
I popoli indigeni non sono mai stati distrutti dalla mancanza del cosiddetto «progresso», bensì dal furto della loro terra, immancabilmente giustificato da vecchie ideologie razziste su una loro presunta arretratezza.
Imporre i nostri modelli di «sviluppo» ai popoli indigeni non contribuisce a renderli più felici o più sani. Al contrario, ha conseguenze devastanti: la loro salute e il benessere precipitano, mentre salgono i livelli di depressione, dipendenza e suicidio. I dati sono inequivocabili: l’aspettativa di vita degli Aborigeni Australiani, per esempio, è oggi inferiore di 10-15 anni rispetto agli altri Australiani; in Perù, gli operai che lavorano all’estrazione di gas e petrolio hanno invaso la terra dei Matsigenka diffondendo l’Hiv nelle loro comunità, in Africa; i Kwegu etiopi sono riusciti a mantenersi autosufficienti e prosperi per secoli in un paese noto per le sue carestie. Ma oggi soffrono la fame a causa di dighe e piantagioni agroindustriali.
Garantire che la terra dei popoli indigeni rimanga sotto il loro controllo è fondamentale per il loro futuro. Laddove gli è stata tolta, devono avere tutto il sostegno necessario per riaverne quanta più possibile.
CONSERVAZIONE
#DecolonizeCONservation
Survival promuove un nuovo modello di conservazione della natura che rispetti i popoli indigeni e riconosca loro un ruolo di primo piano in quanto migliori custodi del mondo naturale. Senza popoli indigeni non c’è natura, né futuro. Molto prima che il termine «conservazione» venisse coniato, i popoli indigeni avevano già sviluppato misure efficaci per preservare e alimentare la ricchezza dei loro ambienti. Non a caso, la stragrande maggioranza dei 200 luoghi oggi a più alta biodiversità del Pianeta, sono terra indigena.
Con la nascita del movimento conservazionista, i popoli indigeni hanno cominciato a essere sfrattati illegalmente dalle terre ancestrali anche nel nome della difesa della natura. Sono accusati di «bracconaggio» perché cacciano per nutrirsi e, mentre i collezionisti di trofei uccidono grandi animali in cambio di denaro, gli indigeni rischiano arresti, pestaggi, torture e morte. L’industria della conservazione, il turismo e le grandi aziende stanno distruggendo le loro terre e le loro vite.
EDUCAZIONE
#StopFactorySchools
Circa due milioni di bambini indigeni nel mondo sono costretti a frequentare le «Factory Schools», scuole residenziali finalizzate all’assimilazione, dove gli strappano l’identità indigena e li indottrinano per conformarli alla società dominante. In queste scuole, i bambini sono tolti alle famiglie e spesso subiscono abusi. Nelle scuole residenziali del solo Stato indiano di Maharashtra, per esempio, tra il 2001 e il 2016 sono morti circa 1500 bambini indigeni, di cui si contano trenta casi di suicidio.
Survival ha in corso una difficile campagna contro queste scuole, dove i bambini indigeni e tribali vengono «riprogrammati». È una politica deliberata e su vasta scala per cancellare l’identità indigena e rubare le loro terre. Alcune di queste scuole sono persino sponsorizzate da compagnie per sfruttare le terre, la forza lavoro e le risorse delle comunità. Dobbiamo mettere fine a queste fabbriche dell’assimilazione.
COSA PUOI FARE TU?
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Brano tratto dall’articolo
Al fianco di chi protegge l’Amazzonia
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