Si intitola
“Controcorrente”, è il documentario che racconta lo stato dell’acqua in Italia, denunciando anche soprusi, sfruttamenti e illegalità, realizzato da Claudia Carotenuto e Daniele Giustozzi, giornalista e economista ambientale, e del videomaker torinese Andrea Bagnasco.
Vi avevamo segnalato il loro crowdfunding e ora, a lavoro terminato, sono partite le proiezioni.
Obiettivo raggiunto dunque? Il documentario è terminato: rappresenta ciò che avevate in animo di raccontare?
«Il documentario sicuramente rappresenta quello che volevamo fin dal principio, un racconto libero e senza vincoli di un viaggio che attraversa il Paese. Non c’è alcuna finzione, tutto quello che si vede nel film è accaduto davvero: gli imprevisti, le difficoltà ma anche la bellezza e le gioie. In questo senso l’obiettivo è stato raggiunto perché sembrava impossibile riuscire a produrre un film del genere senza una produzione e invece, grazie al sostegno di centinaia di persone che hanno creduto nel progetto, questo è stato possibile».
Cosa emerge dal lavoro che portate sul grande schermo? Con quali ostacoli e resistenze vi siete scontrati durante le riprese e la lavorazione del documentario?
«Emerge un ritratto, a nostro avviso, di un Paese molto ricco ma anche molto complesso. Ci sono tantissime problematiche ed emergenze ambientali in Italia, e ce ne stiamo rendendo conto proprio in questi giorni con la situazione di Venezia a cui, tra l’altro, è dedicato un ampio capitolo del documentario. Ma ci sono altrettante realtà che dedicano la vita per cercare di trovare soluzioni. Per quanto riguarda la lavorazione invece, sicuramente proprio il non avere produzione alle spalle ci ha creato non poche difficoltà; fortunatamente molte persone hanno creduto nella bellezza di questo progetto hanno messo a disposizione la propria professionalità per aiutarci, a partire dai montatori, ai musicisti fino alla grafica. E per questo anche se nato dal basso questo è un progetto che piano piano sta iniziando a camminare sulle proprie gambe. Inoltre non è facile far conoscere questo film al grande pubblico senza i mezzi comunicativi delle grandi case, ma fortunatamente grazie ai nostri sostenitori e a chi ha già visto il film , piano piano Controcorrente sta iniziando a far parlare di sè».
Un lavoro di denuncia o anche di proposta di possibili soluzioni?
«Entrambe; è un ritratto di un’Italia che ha grosse difficoltà ma anche eccellenti istituti di ricerca in cui abbiamo avuto il piacere di entrare, di comitati cittadini, attivisti e volontari che cercano soluzioni e di cittadini con una coscienza civica e ambientale radicata che provano a cambiare le cose».
In che circuiti proietterete il documentario? È possibile richiederlo per chi fosse interessato?
«Come la produzione anche la distribuzione è homemade; Controcorrente ha già fatto tappa in diverse città e ci sono molte altre tappe in preparazione e alcune già fissate».
È possibile richiedere proiezioni per le scuole a Circuito Cinema Scuole che ha Controcorrente nella sua offerta formativa di quest’anno.