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Le strade ai bambini!

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School Streets è la campagna per vietare le auto davanti alle scuole. Per ridurre inquinamento, favorire il benessere dei più piccoli e dar loro più autonomia.
La calca delle auto davanti alle scuole è un desolante spettacolo, comune in tutta Italia, e ha notevoli ripercussioni sulla salute dei bambini. Nel febbraio 2018 Greenpeace ha registrato concentrazioni di biossido di azoto al di sopra della soglia stabilita dall’Oms intorno alle scuole di Torino, Milano, Palermo, Roma. Risultati allarmanti anche a Bologna, rilevati da Legambiente e dalla campagna Ariapesa ( www.ariapesa.org).
Proprio per questo le associazioni Fiab, Salvaiciclisti, Legambiente-Legambici, Famiglie senz’auto, Pediatri per un mondo possibile, Fondazione Michele Scarponi, Genitori AntiSmog, Bike to School, Massa Marmocchi e tante altre hanno lanciato la campagna School Streets, le strade ai bambini!, con una petizione che si può sottoscrivere, per chiedere una norma nazionale che vincoli i Comuni alla creazione di zone di rispetto intorno alle scuole.
I promotori ritengono indispensabile vincolare i sindaci a una gerarchia di azioni, con priorità assoluta alla pedonalizzazione; se ciò non fosse possibile, l’istituzione della Ztl e, da ultimo, la creazione di zone 30 attraverso interventi e dispositivi atti a rallentare effettivamente il traffico (ampliamento dei marciapiedi, gimkane, dossi, restringimenti di carreggiata e altro).

Cosa dicono gli esperti

Anche per i pediatri la situazione è tale da richiedere un’azione decisa: «L’inquinamento peggiora la situazione di chi è già affetto da patologie respiratorie croniche, come l’asma» sottolinea il dottor Alessandro Ballestrazzi, coordinatore della Commissione problematiche pediatria dell’Ordine dei medici di Bologna. Elena Uga, coordinatrice Pump-Acp (Pediatri per un mondo possibile), rimarca: «Ridurre il traffico nei pressi delle scuole è un obiettivo prioritario per la salute dei bambini. La pedonalizzazione diminuisce l’inquinamento outdoor e indoor, mentre l’attività fisica quotidiana protegge da sovrappeso e obesità, e stimola l’autonomia di bambini e ragazzi».
«Le mappature dei percorsi casascuola disegnate dai bambini indicano lo spaesamento di chi va a scuola in auto; è evidente la mancanza di punti di riferimento, appaiono ridotte le capacità di percezione e rappresentazione dello spazio» sottolineano Raffaella Mulato e Stephen Riegger, urbanista e pedagogista dell’associazione Moving School 21. D’altra parte, le school streets (strade scolastiche) sono la norma in Svizzera, Germania, Danimarca e nei paesi del Nord Europa, dove la percentuale di bambini che vanno a scuola da soli e in modo sostenibile è molto più elevata che da noi.
In Italia, la prima città a sperimentare la chiusura alle auto delle strade in prossimità delle scuole è stata Bolzano. Nives Fidel, oggi in pensione, era al comando della polizia municipale. «Abbiamo iniziato nel 1998, con due scuole elementari: abbiamo coinvolto i bimbi che hanno rilevato i pericoli del traffico, le troppe auto, il disagio di essere trattati come pacchi postali caricati e scaricati» racconta. «Abbiamo limitato gli accessi davanti alle scuole (ingresso permesso solo a disabili, mezzi pubblici, biciclette e residenti solo in uscita) nei momenti di entrata e uscita». A Bolzano il numero dei bambini accompagnati in auto è il più basso d’Italia, mentre i bambini in bici o a piedi sono il 60,7%.
Da allora, tante città stanno seguendo l’esempio, da Reggio Emilia a Milano, Rimini e Riccione, Olbia e Chieri, Castelbolognese, fino ai piccoli paesi. Il 25 novembre, giornata dedicata ai diritti dell’infanzia, sarà il momento per sperimentare sempre più aree scolastiche car free, anche laddove queste non esistano ancora.
 
PER SAPERNE DI PIÙ E FIRMARE LA PETIZIONE:
www.stradescolastiche.it
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Articolo tratto dal mensile Terra Nuova Ottobre 2019

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