Il cambiamento è un processo di evoluzione che richiede impegno, dedizione e tempo affinché si possa consolidare. Nasce da una nostra esigenza interiore, da una ricerca di metamorfosi sia del corpo che della mente e delle emozioni, per migliorare il nostro stile di vita.
Affrontare un cambiamento determina l’acquisizione di nuove abitudini, che possano arricchire le nostre qualità, andando a modificare gli aspetti negativi che ci danneggiano.
Siamo noi a doverci assumere la responsabilità della nostra salute e quando ne diventiamo consapevoli, siamo pronti a intraprendere un viaggio di cambiamento e crescita.
Riteniamo utili almeno 21 giorni per poter apportare modifiche nel nostro corpo e nella nostra mente e per far sì che un nuovo comportamento diventi un’abitudine.
Dalla teoria alla pratica
Successivamente all’uscita del libro Ventuno giorni per rinascere, molte sono state le richieste giunte all’associazione La grande via di un seminario volto ad aiutare a incominciare questo percorso di cambiamento.
Nel mese di giugno abbiamo quindi intrapreso questa via di riattivazione del corpo, della mente e dell’anima, della durata di due settimane, in cui sono state fornite istruzioni precise per poter poi praticare un’ulteriore settimana di mantenimento da eseguire a casa, in autonomia. All’inizio e alla fine delle due settimane abbiamo eseguito esami medici per poter avere un riscontro oggettivo del cambiamento avvenuto nei partecipanti. Mi fa molto piacere condividere questa esperienza con i lettori di Terra Nuova, perché i risultati ottenuti sono stati molto significativi.
I tre pilastri
Le due settimane sono state improntate alla scoperta dei tre pilastri fondamentali della nostra associazione: alimentazione sana, attività fisica e meditazione.
Ogni mattina i partecipanti iniziavano la giornata praticando yoga per riattivare il corpo, imparando ad ascoltarlo, percependo ogni sua criticità e limite, per poterlo apprezzare e rispettare e condurlo così gradualmente a una maggiore flessibilità. In aggiunta a questa pratica, si dedicavano a un’ora di meditazione, imparando l’arte della respirazione e a focalizzarsi su se stessi. Seguiva una colazione sana secondo i dettami della cucina MacroMediterranea, che predilige cibi naturali e vitali, con un effetto antinfiammatorio. Successivamente si dedicavano all’attività fisica per la riattivazione del metabolismo, dalle camminate nei boschi alla scoperta della natura, agli esercizi a corpo libero specifici per ogni partecipante.
Dopo un pranzo calibrato e sano, cucinato dalla nostra cuoca Simonetta Barcella, che permetteva di avviare un processo di purificazione intensa e in cui si riscopriva anche l’importanza della masticazione, il pomeriggio veniva dedicato ad esercizi di interiorizzazione profonda guidati da Daniel Lumera, atti ad aiutare a ritrovare la pace, la leggerezza, la fiducia e il rispetto verso le proprie reali esigenze emotive. Sono stati toccati argomenti profondi come quelli del perdono e della gratitudine.
Una cena frugale concludeva la giornata, lasciando che la leggerezza cominciasse a far parte dell’essere.
Il ruolo del digiuno
Durante le due settimane è stato introdotto anche il digiuno per aumentare l’effetto di purificazione: i partecipanti lo hanno praticato due sere, saltando la cena, e due intere giornate, saltando pranzo e cena.
I risultati
I risultati sono stati eclatanti: dai valori degli esami ematici si è riscontrato un calo della glicemia e dell’insulinemia, con un miglioramento quindi dell’indice di resistenza insulinica; i dati relativi al colesterolo e ai trigliceridi hanno mostrato modifiche importanti nell’assetto lipidico degli interessati, riportando nel range di normalità tutti i valori che erano sopra la norma; la PCR, proteina C-reattiva, si è abbassata, andando a rimarcare l’importanza dell’alimentazione e di uno stile di vita sano nel contrastare l’infiammazione.
Dai dati relativi ai test fisici effettuati si riscontra un aumento della forza, una migliorata flessibilità e mobilità articolare e un incremento della resistenza cardiorespiratoria.
Ogni partecipante ha avuto risultati evidenti anche sul proprio fisico: in media sono stati persi 4 kg di peso corporeo e 4 cm di circonferenza addominale, che possono essere tradotti in termini di benefici in un 30% in meno di rischio cardiovascolare.
Un risveglio dell’anima
I partecipanti hanno percepito sottili mutazioni anche nel profondo del loro essere, parlando di un «risveglio dell’anima» che li ha guidati in questo cammino verso la riscoperta di se stessi. Al termine di questa esperienza il loro sguardo era mutato, come acceso e ricaricato di una nuova vitalità.
I benefici del lavoro sono quindi stati evidenti nello stato mentale, emotivo e fisiologico: queste due settimane sono state fondamentali per inviare al corpo e alla mente i primi segnali di ringiovanimento, per comprendere e apprendere nuove abitudini che permetteranno di consolidare uno stile di vita salutare.
Ventuno giorni possono sembrare pochi, ma sono determinanti per innescare il coraggio di intraprendere la strada verso la propria rinascita. Buon cammino.
In collaborazione con Alessandra Baruffato, medico chirurgo esperto in nutrizione, laureata all’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, medico ricercatore del progetto EDUC.A.RE (EDUCazione Alimentare nei ricoverati in degenza riabilitativa e day hospital Istituto REdaelli) di Vimodrone (Milano).
___________________________________________________________________________________________________________________
POTREBBE INTERESSARTI
Una vera rivoluzione oggi può e deve partire dalla
produzione del cibo, un grande campo di azione dove il sistema agroalimentare globalizzato ha cancellato la
biodiversità, avvelenato il suolo e reso la nostra dieta sempre più omologata e insostenibile.
Il cambio di paradigma si impone anzitutto nella produzione agricola e nella salvaguardia dell’ambiente, da cui dipende il mantenimento degli ecosistemi e della salute dell’uomo. Gli autori del libro, tra cui spiccano le figure di Vandana Shiva e Franco Berrino, tracciano un’inversione di rotta a cominciare dal nostro stile di vita: bisogna dire sì ai sistemi agricoli naturali su piccola scala, per recuperare la vitalità del cibo e garantire un accesso più democratico alle risorse della terra. E bisogna dire no all’avanzata di un modello produttivo basato sullo sfruttamento dei popoli e degli ecosistemi.
In gioco c’è la nostra salute e la sopravvivenza pacifica sul pianeta Terra.