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Premi e successo per “Voci dal silenzio”. Gli autori: «Coglie un bisogno»

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Joshua Wahlen e Alessandro Seidita sono gli autori del documentario Voci dal Silenzio che da un anno vede un susseguirsi di proiezioni in tutta Italia, con un grandissimo successo di pubblico e critica, nonché innumerevoli premi e riconoscimenti. Gli autori: «Coglie il bisogno diffuso di ritrovare quello spazio di silenzio e solitudine necessario per ritornare a rivolgerci all’altro purificati dal flusso continuo di parole, pensieri, immagini e aprirci a una comunicazione autentica».
Hanno girato l’Italia a bordo di un camper per intervistare gli eremiti del nostro territorio, hanno raccolto undici emblematiche testimonianze di vita in isolamento e ascesi e hanno realizzato un docu-film che, a un anno dalla sua uscita, sta riscuotendo un grandissimo successo. Loro sono i due registi di origine siciliana, Joshua Wahlen e Alessandro Seidita, autori del documentario Voci dal Silenzio che da circa un anno sta girando per numerose sale cinematografiche italiane, associazioni e festival, entusiasmando il pubblico.
Joshua Walen e Alessandro Seidita

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Vincitore del Sestriere Film Festival, premiato al Concorso Internazionale Vittorio De Seta, vincitore della call Life promossa da Infinity, Voci dal Silenzio è già entrato a far parte delle selezioni ufficiali di numerosi festival tra cui il CinemAmbiente di Torino, l’Art for Peace International Festival di Teheran (Iran), il Festival International de Cinéma et mémoire Commune in Marocco, il Diorama international Film Festival in India, il Branson International Film Festival in Missouri (Usa)  e la Mostra del Cinema Documentario Etnografico di Monselice. 

Abbiamo chiesto ai due registi di raccontarci il motivo di un successo cosí ampio per un documentario low budget, finanziato tramite una campagna di raccolta fondi lanciata  sul sito di Produzioni dal basso.
A cosa si deve, secondo voi, tanta attenzione rispetto a un tema cosí inconsueto come quello del silenzio e della solitudine?
Anche per noi é stata una sorpresa inaspettata. A ogni proiezione e ogni volta che un festival selezionava il documentario, ci siamo stupiti per l’afflusso di pubblico e la partecipazione attiva e interessata. Fino alla vittoria al Sestriere Film Festival, simbolica conclusione di quest’anno intenso e carico di emozioni in cui ci siamo ritrovati ad affrontare un’esposizione costante a un vasto pubblico, a dover rispondere a molte domande, a dover stare in contatto continuo con  centinaia di persone… quasi paradossale se pensiamo al tema proposto dal documentario. Durante quest’anno e a seguito del confronto con gli spettatori, ci siamo fatti l’idea che il motivo per cui il lavoro ha suscitato un cosí grande interesse possa essere lo stesso che ci ha spinti a partire per questo viaggio. L’urgenza nasce dalla ricerca di risposte e suggestioni, attraverso la voce di chi ha fatto una scelta che puó apparire estrema. Queste voci possono aiutarci, non tanto a sfuggire dalla realtá che ogni giorno viviamo, ma ad accettarla, ad affrontarla con uno spirito nuovo. Le persone che ci hanno accompagnato nell’esperienza di questi mesi, scrivendoci messaggi di incoraggiamento o partecipando con trasporto alle proiezioni, probabilmente sentono il bisogno di ritrovare quello spazio di silenzio e solitudine che gli eremiti insegnano ad abbracciare,  spazio necessario per ritornare a rivolgerci all’altro purificati dal flusso continuo di parole, pensieri, immagini e aprirci a una comunicazione autentica.
A ogni proiezione segue un dibattito che voi stessi conducete. Come é stata la relazione con il pubblico e cosa vi ha lasciato questo tipo di esperienza?

È stato proprio durante i dibattiti che, grazie al confronto con il pubblico, abbiamo compreso o quanto meno intuito l’importanza del lavoro che avevamo portato a termine. Prima non eravamo ancora del tutto consapevoli del suo valore; oltre che opera artistica, il documentario è strumento capace di parlare alle persone, attraverso un linguaggio semplice e diretto, di argomenti che spesso non vengono affrontati e di cui sempre piú si ha fame e sete. La preoccupazione iniziale del trovarsi di fronte al giudizio dell’altro a poco a poco ha lasciato il posto alla soddisfazione  nel sentire la comprensione, l’affetto e la gratitudine degli spettatori. Gratitudine ricambiata apertamente, dato che a ogni incontro scaturivano nuove letture, nuovi spunti, nuove chiavi che rinnovavano ai nostri occhi la ricerca condotta. Possiamo dire quindi che questa esperienza che, inevitabilmente, porta con sé una carica di agitazione, emozione e adrenalina, é stata pienamente ricompensata dalla meraviglia degli incontri, dalla consapevolezza che ogni persona ha una reazione differente di fronte all’opera. Che sia di piena accettazione o di critica costruttiva, ogni persona aggiunge un tassello, il lavoro cresce e si evolve nello sguardo degli spettatori. E noi insieme a lui.

Continuerete  ad indagare su questi temi o é previsto un cambio di rotta rispetto ai lavori precedenti?
Penso che continueremo per questa strada perché legati a quel sottile fil rouge che unisce tutti i nostri lavori: la crisi come possibilità di cambiamento, di trasformazione. Una riflessione che ci ha portato a cercare nella zona di limite, nelle periferie dell’esistenza, perché consapevoli che spesso, per approdare ad un cambiamento, bisogna essere in grado di oltrepassare un confine, di scavalcare quelle false certezze che molte volte obnubilano la capacità di vedere e conoscere. Questo, però, richiede fatica e dolore. Lo si fa a prezzo di grosse rinunce, di profonde solitudini. Chi ne è capace? Sono in pochi. Li abbiamo trovati per le strade vestiti di stracci, dentro gli istituti penitenziari, nascosti dentro le espressioni indecifrabili dei folli. E il problema per noi non è stato quello di capire se queste persone sono veramente approdate a qualcosa, ma di riuscire a raccontare un particolare momento dell’esperienza umana, quello in cui ci si affaccia oltre i confini della propria condizione per poi esserne dolorosamente ricacciati. Ed è così che è nata in noi anche l’attenzione per la vita eremitica. Ossia: raccontare il luogo di conflitto tra la parte spirituale e quella animale dell’uomo, tra l’essere divino e quello psicologico. In queste esperienze ritornano i gesti più importanti mai compiuti dalla nostra specie: la ricerca delle particelle divine di cui è composta la nostra esistenza, il gesto di superamento della nostra natura animale.
Per chi fosse interessato, dove é possibile acquistare il documentario o come organizzare una proiezione in pubblico?
Siamo molto contenti che Terra Nuova abbia abbracciato il nostro progetto seguendo il nostro viaggio fin dalle sue prime tappe e diventando mediapartner. E che oggi distribuisca il nostro dvd, che è possibile trovare qui.
Per chi invece avesse il piacere di assistere a una proiezione pubblica, l’invito ai lettori è quello di visitare di tanto in tanto la sezione eventi della pagina facebook tematica, che è aggiornata costantemente con le nuove date. Attraverso la stessa pagina, è possibile anche contattare gli autori qualora si volesse ospitare una tappa del nuovo ciclo di proiezioni e incontri in Italia.

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