Vai al contenuto della pagina

Bernardo Cumbo: «La condivisione per essere felici»

homepage h2

Terra Nuova continua a seguire Bernardo Cumbo, giovane intrapredente, nel suo viaggio attraverso l’Italia alla scoperta di realtà ed esperienze che stanno già mettendo in atto un cambiamento positivo e per ispirare a aggregare i giovani. Questa tappa del viaggio si ferma a “Tempo di Vivere”, ecovillaggio nelle colline sopra Bettola, in provincia di Piacenza.
Come aveva spiegato nell’articolo di presentazione del suo progetto, Bernardo Cumbo per un anno ho vissuto all’ecovillaggio Panta Rei in Umbria e quando tornava a casa, a Città di Castello, e incontrava qualche amico, raccontava la sua esperienza, che veniva accolta con meraviglia e stupore, ma anche con molti pregiudizi.
«Si è spinti a credere che in un ecovilaggio  vivano contadini, filosofi, fricchettoni, nullafacenti, contemplatori, fumatori accaniti e hippie – spiega Bernardo – Allora, ho scelto di visitare l’ecovillaggio Tempo di Vivere proprio per sfatare questo pregiudizio: Ermanno lavorava in una grande casa editrice come editor. Katia gestiva siti web. Riccardo era un piadinaro. Simona era una manager di una grande azienda. Gabriella è una counselor».
«Queste quattro persone condividono un obiettivo: costruire un nuovo modello di società che sia sostenibile, solidale e incentrato sulle relazioni umane – prosegue Bernardo – Con questa consapevolezza nel 2014 hanno fondato l’ecovillaggio Tempo di vivere, una “comune”: condivisione totale dei beni, denaro e mezzi di sussistenza. Loro sono un esempio che è possibile farcela e che in un ecovillaggio ci sono persone con esperienze, competenze e professionalità variegate ed eterogenee. Queste competenze e professionalità rispecchiano quello che loro fanno: si occupano di crescita personale e relazioni, supporto alla formazione di comunità intenzionali, facilitazione per gruppi, medicina naturale, cucina naturale, autoproduzione, coltivazione naturale e autocostruzione».
«Queste competenze rispecchiano anche le modalità organizzative: il giorno successivo al mio arrivo hanno fatto un cerchio emotivo. Un appuntamento settimanale in cui gli abitanti di Tempo di Vivere sono liberi di condividere le proprie emozioni, pensieri e paure così da avere il supporto e l’empatia da parte degli altri. Un’altra particolarità che mi ha colpito molto è che tra gli abitanti ci sono Isotta (6 anni) e Pietro (12 anni). Entrambi non vanno a scuola. O almeno non nella scuola che s’intende solitamente. Vengono educati dalla comunità e dagli abitanti di Tempo di Vivere. Questa è quella che viene chiamata educazione parentale, pratica legale in Italia. Quindi non solo tanti giovani, ma anche famiglie e bambini».
«Mi porto a casa le storie ispiranti di Ermanno, Katia, Simona, Gabriella, Pietro, Anna, Riccardo, Isotta e tutte le altre persone che al momento vivono a Tempo di Vivere. I panorami mozzafiato, il “rumore del silenzio” e la sensazione dell’aria fresca che si respira in altura da loro. Mi porto a casa anche l’immagine del paese disabitato che si intravede da Tempo di Vivere. Ma nella prossima tappa del mio viaggio andrò proprio in un paese che era abbandonato ma grazie ad una cooperativa di Comunità è rinato».

Leggi anche

Per eseguire una ricerca inserire almeno 3 caratteri

Il tuo account

Se sei abbonato/a alla rivista Terra Nuova, effettua il log-in con le credenziali del tuo account su www.terranuovalibri.it per accedere ai tuoi contenuti riservati.

Se vuoi creare un account gratuito o sottoscrivere un abbonamento, vai su www.terranuovalibri.it.
Subito per te offerte e vantaggi esclusivi per il tuo sostegno all'informazione indipendente!