Chi sono gli italiani che viaggiano ancora con la macchina fotografica a tracolla? Dal birdwatching all’avvistamento dei cetacei: uno sguardo panoramico su un nuovo modo di fare turismo nella natura.
Nell’era degli smartphone e delle fotocamere digitali, di brutte foto in giro se ne vedono parecchie. Ogni occasione è buona per scattare selfie, ritrarre scene del quotidiano, o cercare di catturare qualche paesaggio. Assistiamo al trionfo della foto amatoriale sparata urbi et orbi sui social network, che regala a tutti qualche secondo di protagonismo e che restringe ad un’area di confine lo storico ruolo del fotografo professionista.
Ma forse è proprio nell’epoca della sovraesposizione di massa che le belle foto possono ancora dire qualcosa. Non di meno la scelta dei soggetti rimane fondamentale e sempre più persone scelgono la natura come luogo privilegiato, in cui è ancora possibile sorprendersi e incontrare soggetti vivi, degni della nostra attenzione e del nostro stupore. Ecco che nel mezzo dei boschi, nelle zone umide, in cima alle montagne, capita di vedere sempre molti viaggiatori con una buona macchina fotografica a tracolla. Effettivamente bisogna riconoscerlo: con i mezzi tecnologici che abbiamo oggi a disposizione, questa attività è diventata alla portata di tutti.
Dietro una reflex si può tentare di indovinare l’identità e il carattere di un visitatore: un reporter? Un esploratore? Un giornalista? Un semplice turista a caccia di immagini? O più semplicemente un viaggiatore curioso e aperto alla bellezza della natura? Quest’ultima, del resto, sembra disvelarsi nei momenti più impensati, e anche gli animali più timidi non sono poi così impauriti dagli obiettivi. Sempre meglio dei fucili! Quella di viaggiare per catturare foto dopotutto è un’attività arcaica, in cui entra in gioco il nostro istinto di predatori, a caccia di emozioni e particolari da immortalare e portare a casa.
Tra le attività principali che si possono fare in mezzo alla natura, e che richiedono un cannocchiale oltre alla fotocamera, c’è sicuramente il birdwatching, un termine con cui nell’ultimo decennio abbiamo imparato a familiarizzare. È un’attività che anche in Italia muove molti appassionati, per seguire la scia degli uccelli migratori e la nidificazione nelle zone umide.
La Lipu conta circa 7 mila appassionati che praticano il birdwatching con assiduità, a cui si uniscono le oltre 200 mila persone che frequentano le oasi e partecipano occasionalmente alle visite guidate e alle operazioni di avvistamento. Un’attività che è diventata anche motivo di attrazione turistica, soprattutto nelle oasi naturalistiche di cui, per fortuna, il nostro paese è molto ricco. (…)
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