L’Austria si pone ufficialmente come il primo Stato europeo a vietare qualsiasi uso del glifosato. «La palla passa ora alla Commissione europea, che ha tempo tre mesi per approvare o respingere la decisione» spiegano i responsabili della Campagna “Cambia la Terra”.
L’
Austria si pone ufficialmente come il primo Stato europeo a
vietare qualsiasi uso del glifosato. Lo aveva anticipato in giugno la campagna
“Cambia la terra” parlando della proposta di alcuni gruppi parlamentari del Nationalrat austriaco di mettere al bando l’erbicida a partire dal 2020. Ora il divieto è passato, grazie al supporto del gruppo dei socialisti (che per primi lo avevano proposto) e della destra del Partito della libertà. «La palla passa ora alla Commissione europea, che ha tempo tre mesi per approvare o respingere la decisione» spiegano i responsabili della Campagna.
La scelta dell’Austria non va confusa con quella della Francia, dove era stato annunciato il bando a inizio 2019 salvo poi il
dietrofront del presidente Macron a fine gennaio che ha annullato il divieto di uso del RoundUp (avrebbe dovuto partire dal 2021). Scelta che confligge con la
decisione del tribunale amministrativo di Lione che ha annullato l’autorizzazione all’immissione in commercio di Roundup Pro 360, rilevando in particolare che l’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare, l’ambiente e il lavoro (ANSES) ha
“commesso un errore di valutazione in merito al principio di precauzione”, autorizzando l’erbicida nella riunione del 6 marzo 2017.
Austria, un passo importante
Un passo avanti importante, quello austriaco, dovuto anche alla fase di transizione in vista delle elezioni anticipate di settembre, che ha permesso la creazione di maggioranze variabili. E così, nella seduta che precede la pausa estiva, lo stop è stato certificato con una “alleanza” tra socialisti e destra.
Esprime soddisfazione Norbert Hofer, il leader del Partito della libertà, che si era schierato in favore del divieto totale aprendo a un possibile accordo parlamentare e andando incontro allo scontro interno tra i partiti dell’attuale governo, primo tra tutti il Partito popolare austriaco.
E altre reazioni non tardano ad arrivare. Come quella della cancelliera austriaca Brigitte Bierlein, che esprime soddisfazione ed evidenzia la vivacità della democrazia austriaca anche in una fase di transizione. Greenpeace parla di “successo storico”, mentre dalla vicina Germania arriva la dura presa di posizione del gruppo Bayer, che nel 2018 ha acquisito Monsanto, azienda produttrice di RoundUp, a base di glifosato. Secondo la multinazionale “la decisione del Parlamento austriaco contraddice numerose ricerche scientifiche”.
La situazione è fluida perché l’Unione europea ha autorizzato l’uso di pesticidi contenenti glifosato fino al 2022, ma invitando i Paesi membri a fornire report scientifici per riaprire il dibattito sulla scadenza della concessione.
«C’è da sperare che l’esempio austriaco possa disegnare un possibile percorso anche per il Parlamento europeo appena insediato» commentano dalla campagna Cambia la Terra.