Vivere più a lungo si può: percorrendo la via del cibo sano, dell’esercizio fisico e della meditazione e con la dieta mima-digiuno, disintossicante, a base vegetale, che consente al corpo di riparare le cellule malate e all’intestino di mettersi a riposo. E’ stato questo il tema al centro della conferenza “La via della longevità” che si è tenuta il 20 giugno al teatro Dal Verme di Milano con due ospiti d’eccezione: Franco Berrino, medico epidemiologo, e Valter Longo, biochimico gerontologo. Il ricavato dei proventi della serata è stato destinato alla ricerca presso l’Istituto dei tumori di Milano e a un team di nutrizionisti per l’assistenza a pazienti con malattie gravi.
Lo dimostrano anche le più aggiornate ricerche scientifiche sul tema della nutrizione: vivere una vita sana e felice rende più longevi.
“Non mi sono occupato dei meccanismi biologici della longevità, ma degli stili di vita associati alle malattie croniche che spesso causano morte prematura. Oggi le malattie croniche, a partire da quelle cardiovascolari, respiratorie e il cancro, uccidono di più rispetto a quelle acute” ha spiegato l’epidemiologo Franco Berrino dal palco nella conferenza organizzata dall’associazione La Grande Via e dalla Fondazione Valter Longo.
”Se anche si trovasse un farmaco magico antitumorale, la speranza di vita della popolazione aumenterebbe solo in media di due o tre anni. Gli studi epidemiologici suggeriscono che si potrebbe avere un grande successo correggendo, invece, i principali fattori di rischio legati allo stile di vita: tabacco, sedentarietà, e con tutta probabilità, mancanza di vita spirituale che non significa religiosa, intendiamoci. Si può meditare preparando la cena, si può avere una vita spirituale semplicemente facendo le cose in consapevolezza e vivendo il qui e ora. Otterremmo in questo modo non solo una maggiore longevità ma anche la possibilità di invecchiare bene e in salute conducendo una vecchiaia in autosufficienza”.
Ipernutriti, ma malnutriti
Se si pensa al cibo, nutrimento del corpo, c’è da un lato un discorso di quantità, oggi siamo infatti ipernutriti, e dall’altro un discorso di qualità: ”Troppa carne, troppo zucchero, troppe farine raffinate, troppo cibo industriale” dice Berrino. “Gli studi sugli animali mostrano che riducendo la quantità di cibo del 20-30% si prolunga la vita e si riduce l’incidenza delle malattie croniche.”
Non la pensa diversamente Valter Longo, professore biochimico e gerontologo con all’attivo un’esperienza trentennale nell’ambito della sana alimentazione e della longevità: “Si dovrebbe prendere spunto da alcune specie animali come i pinguini imperatori che digiunano per quattro mesi di fila. Il corpo umano ha una capacità incredibile di riparare se stesso e con il mima digiuno si mette in atto la riparazione cellulare. Il segreto è tenere basse le calorie così come gli zuccheri e aumentare invece i livelli di verdura e di grassi insaturi. Il nostro corpo produrrà così più globuli bianchi mettendo in atto un vero e proprio ringiovanimento”.
Proteine animali in eccesso: errore da evitare
Nemiche della salute sono per entrambi gli esperti le proteine, in particolare quelle di origine animale: “Cosa ci fa ammalare? Un eccesso di proteine in generale, di origine animale in particolare “ specifica Longo; “i grassi saturi e i troppi zuccheri. Ma gli alimenti da evitare possono essere anche quelli che contengono sostanze a cui si è intolleranti o allergici come il glutine o il lattosio. Per semplificare, per una vita sana e longeva bisognerebbe evitare l’assunzione di carne rossa, salumi, insaccati, latticini, prodotti industriali e bevande zuccherate o relegare comunque il loro consumo a rare occasioni.”
In linea sui principi scientifici che suffragano la correlazione tra alimentazione e longevità, i due esperti durante la serata hanno proposto le proprie ricette di lunga vita. Se per Berrino la cucina macromediterranea, che si riferisce all’integrazione di dieta mediterranea ed asiatica che vede da un lato valorizzare la nostra cucina mediterranea tradizionale integrandola con la filosofia dell’energia del cibo propria della macrobiotica, è la dieta giusta da seguire per prevenire malattie croniche e sindrome metabolica, per Valter Longo la soluzione sta in un protocollo alimentare ipocalorico basato sul mima-digiuno.
La dieta mima-digiuno
“Vivere più a lungo e meglio, combattere l’invecchiamento e ridurre i fattori di rischio correlati all’insorgenza di malattie croniche: sono queste le ambizioni del Programma Mima Digiuno nato dopo una lunga e meticolosa ricerca di base clinica. In sostanza il programma si articola in un regime alimentare vegetale di cinque giorni da ripetersi in modo costante durante l’anno. È come se si facesse un reset e una riprogrammazione del corpo contrastando, così, il processo di invecchiamento e rigenerando l’organismo a livello cellulare.”
I due piani di lunga vita pur non avendo come obiettivo primario quello di perdere peso, provocano entrambi un abbattimento delle calorie tra il 30 e il 50%.
Sollecitati dalle numerose domande del pubblico, i due studiosi hanno avuto modo nel corso della serata di spaziare tra diversi argomenti: Se da un lato Longo si è detto contrario a una dieta rigidamente vegana per i bambini piccoli per via delle carenze che si potrebbero registrare in termini di vitamina B12, Berrino ha richiamato l’attenzione sull’importanza di scegliere cibo rigorosamente biologico, ragione per la quale sta lavorando alla “Guida nomade” un libro che punta a censire i principali produttori bio in Italia.
Per entrambi l’alimentazione è, inoltre, la chiave di volta per affrontare anche le malattie autoimmuni, come è evidente per la celiachia che si cura eliminando il glutine dalla propria dieta mentre per altre malattie come la sclerosi multipla è chiaro che si debba agire sulla riduzione dell’infiammazione che affligge il corpo prendendosi cura del proprio intestino, centro propulsore del nostro sistema immunitario.
L’obiettivo di Longo e Berrino è continuare a fare cultura su questi temi promuovendo stili di vita sani e convincendo con la forza dei dati e degli studi anche la comunità scientifica ad affiancare all’approccio tradizionale farmacologico un approccio olistico che rimetta al centro l’alimentazione e le numerose proprietà lenitive e curative di alcuni alimenti.