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Xylella: una cronistoria

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Facciamo il punto sulla questione xylella, ripercorrendo le varie tappe della vicenda.
Negli ultimi anni la diffusione del disseccamento rapido degli ulivi ha interessato a macchia di leopardo il Sud della Puglia e, in particolare, il Salento.

2013

Per la prima volta in Italia in un documento ufficiale emesso dall’Università di Bari appare la Xylella fastidiosa, un batterio da quarantena che prolifera nei vasi xilematici delle piante1.
Con la delibera n. 2023, la regione Puglia emana le «Misure di emergenza per l’eradicazione del batterio» che prevedono l’abbattimento delle piante infette e di quelle limitrofe situate nell’arco di 100 metri, nonché l’irrorazione con fitofarmaci dell’area interessata.
La Regione stabilisce che gli unici enti competenti a studiare il batterio2, ad effettuare le analisi di laboratorio e a diffondere i dati sono quelli di Bari (Cnr, Disspa, Crsfa e Ciheam). Da quel momento, nonostante l’emergenza, il resto della comunità scientifica italiana e internazionale non è mai stata coinvolta.

2014

A novembre, dopo che la Regione aveva comunicato che si era arrivati al 100% degli ulivi contagiati e a tutta la provincia di Lecce infetta, gli ispettori dell’Unione europea in visita a Lecce verbalizzano che su 13.250 alberi analizzati i positivi sono 242, l’1,8% del campione3. La Regione Puglia domanda al governo nazionale di dichiarare lo stato di emergenza.

2015

Il Governo Renzi, a febbraio, dichiara lo stato di mergenza e nomina il commissario per l’emergenza Xylella. Giuseppe Silletti predispone un piano straordinario per il contenimento del batterio che, ancora una volta, impone abbattimenti e irrorazioni.
L’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura, con il coordinamento del Procuratore Gian Carlo Caselli, nel Terzo rapporto sulle agromafie affronta «Lo strano caso della Xylella fastidiosa».

2016

A febbraio termina lo stato di emergenza che, per legge, non potrà più essere prorogato.

2018

Mentre alcune associazioni di categoria denunciano 10 milioni di alberi infetti, la Regione Puglia dichiara circa 3000 piante positive al batterio su un totale di 325 mila campioni analizzati: l’1%4.
Il 13 febbraio viene emanato il Decreto Martina che ripropone l’obbligo di estirpazione delle piante infette e (nelle zone cuscinetto) di quelle ospiti del batterio nel raggio di 100 metri da quella infetta, operazioni di diserbo e lavorazione meccanica del terreno, trattamenti fitosanitari con neonicotinoidi e piretroidi.
Il 5 ottobre, il Decreto Centinaio lascia sostanzialmente inalterato quanto già stabilito dal precedente Ministro.
Nello stesso mese la Regione Puglia emana la delibera n. 1890 che riprende in più punti le medesime istruzioni prevedendo l’accesso in proprietà private anche con la forza, possibilità di sole analisi visive per verificare la presenza del batterio, imposizione di reimpianto di sole due cultivar: Favolosa e Leccino.

2019

Il Decreto Emergenze sancisce che, in nome di una fitopatia, si possa agire in deroga a principi costituzionali, leggi comunitarie, nazionali e regionali. Nel medesimo decreto si abrogano le leggi a tutela degli alberi monumentali e si dà il via libera alla riconversione agricola pugliese.
 
Note
1. Wells et al. 1987
2. Delibera della Giunta regionale n. 2023, Misure di emergenza per la prevenzione, il contenimento e la eradicazione del batterio da quarantena Xylella fastidiosa associato al «Complesso del disseccamento rapido dell’Olivo», 29 ottobre 2013; Determina dirigenziale n. 157, 18 aprile 2014 (BURP 59/2014); Decreto del M.I.P.A.A.F., Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica italiana, pubblicato sulla G.U. del 6 aprile (2018);
3. Dati Regione Puglia.
4. Convegno Il ruolo della Regione Puglia nella Gestione di Xylella Fastidiosa: obiettivi, metodi e strategie promosso e organizzato dalla Regione Puglia – Assessorato Agricoltura e Risorse Agroalimentari, mercoledì 13 Giugno 2018, Campus Ecotekne di Lecce.
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Brano tratto dall’articolo L’ultimo ulivo

Leggi l’articolo completo sul mensile Terra Nuova Giugno 2019
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