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Smalti per unghie: i rischi e le alternative atossiche

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Sono forse tra i cosmetici più problematici a causa della loro tossicità. Allergie, irritazioni, problemi respiratori e ormonali sono alcuni degli effetti di un loro uso continuativo. Ma sul mercato si fanno avanti interessanti alternative ecocompatibili per chi non vuole rinunciare alle unghie colorate.
Passarsi lo smalto sulle unghie di mani e piedi è un’abitudine che accomuna ragazze e donne di tutte le età. Dal finish metallico e dai colori brillanti, arricchiti da paillettes scintillanti e motivi variegati, ce ne sono di tutti i tipi e per tutte le occasioni. Per molte, gli smalti sono ormai diventati un accessorio fondamentale per ottenere un look perfetto.
Tuttavia, si tratta di cosmetici prevalentemente tossici, il cui uso andrebbe sicuramente limitato, soprattutto quando si parla di bambine e donne in gravidanza.

Unghie e smalti: una convivenza difficile

Le unghie sono annessi cutanei costituiti prevalentemente da cheratina, cellule prive di nucleo che si depositano sulla lamina ungueale man mano che crescono a partire dalla matrice. La cheratina forma uno strato duro e resistente, ma allo stesso tempo trasparente e poroso. Le unghie sane hanno la superficie liscia, appaiono rosee e sono flessibili, elastiche e resistenti. Per quanto siano costituite da tessuti «morti», come i capelli, non sono del tutto inerti e la ripetuta applicazione di smalti e solventi può comprometterne l’integrità, rendendole al contrario fragili, ruvide e maggiormente porose, quindi più esposte all’assorbimento delle sostanze tossiche presenti nelle formulazioni.
Gli smalti infatti sono lacche sintetiche contenenti miscele di pigmenti inorganici che, a seconda delle percentuali usate, consentono di ottenere le tonalità più svariate. Colore brillante, stendibilità semplice e fluida, asciugatura rapida e resistenza sono garantite, invece, da una serie di sostanze di origine sintetica, dal profilo ecologico e tossicologico non sempre confortante. Molte di queste, vietate per uso cosmetico, godono invece di particolari deroghe per unghie e capelli, perché in teoria non dovrebbero entrare direttamente a contatto con la pelle. Un assunto alquanto criticabile, se si pensa che una tinta per capelli necessariamente «tocca» il cuoio capelluto e che facilmente uno smalto può colare per errore sulle dita.

Sintetici e inquinanti

In un tipico smalto, i filmogeni, impiegati per proteggere il colore e conferire trasparenza e coprenza, sono in genere derivati della cellulosa (nitrocellulosa), combinati con resine termoplastiche che ne aumentano la resistenza e l’adesività. Tra queste vi sono le resine acriliche, le resine poliestere, le resine epossidiche e le resine a base di sulfonammide e formaldeide (TSFR). I plasticizzanti conferiscono flessibilità, adesione e brillantezza, ftalati e canfora sono i più utilizzati. Per diluire gli ingredienti presenti e facilitare l’asciugatura si utilizzano solventi come l’acetato di etile, l’alcol isopropilico, il dimethicone e il toluene; sono presenti, in aggiunta, addensanti come lo steralkonium hectorite, additivi per conferire effetti di perlescenza e iridescenza e filtri UV (benzophenone – 1), per evitare che il colore viri con l’esposizione ai raggi solari. Infine, per «addolcire» la formula, possono essere presenti sostanze funzionali di origine naturale dalle proprietà emollienti, idratanti o nutrienti, come l’olio di ricino, la glicerina o la vitamina E, che tuttavia fanno ben poco per ridimensionarne la tossicità. (…)

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