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Etichetta obbligatoria per le microfibre nei tessuti: raccolta di firme

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Conta già migliaia e migliaia di firme la petizione avviata su Change.org per chiedere che si introduca per legge l’etichettatura obbligatoria sui tessuti che contengono fibre sintetiche che vanno a inquinare i mari mettendo a serio rischio fauna e flora marine.
Conta già migliaia e migliaia di firme la petizione avviata su Change.org per chiedere che si introduca per legge l’etichettatura obbligatoria sui tessuti che contengono fibre sintetiche che vanno a inquinare i mari mettendo a serio rischio fauna e flora marine.
«La plastica arriva negli oceani nei modi più inaspettati. Attraverso le lavatrici, ad esempio. Ogni volta che viene fatto partire un lavaggio si contribuisce a inquinare il mare, in maniera inconsapevole. I vestiti nel cestello rilasciano centinaia di migliaia di microfibre sintetiche di dimensioni inferiori ai 5 millimetri di lunghezza – si legge nella petizione – E dalla lavatrice, una grande percentuale di queste particelle finisce in mare attraverso le fogne, viene ingerita dalle larve dei pesci ed entra nella catena alimentare, anche la nostra!».

Legge per l’etichettatura obbligatoria

«Ciò avviene perché la plastica si discioglie impiegando diversi anni e fintanto che è in acqua può essere ingerita e accumulata nel corpo e nei tessuti di molti organismi. Finalmente però si ta facendo qualcosa di concreto: dopo la California, dove è in dirittura d’arrivo la legge che renderà obbligatoria l’etichettatura dei capi d’abbigliamento che contengono oltre il 50% di fibre sintetiche, un altro stato americano si sta muovendo lungo lo stesso solco. Lo Stato di New York ha presentato un disegno di legge (AB 1549) che, se approvato, entrerà in vigore a gennaio 2021. La proposta prevede che nessuna persona, azienda o associazione, possa vendere in negozio alcun capo di abbigliamento realizzato con tessuto composto per più del 50% di materiale sintetico senza un’apposita etichetta informativa».
«Il disegno di legge prosegue la petizione – fornisce anche una chiara definizione di microfibra plastica: “una piccola particella sintetica di forma fibrosa, lunga meno di cinque millimetri, che viene rilasciata nell’acqua attraverso il normale lavaggio di tessuti in materiale sintetico”. Oltre alle istruzioni previste per la cura del capo, l’etichetta – in forma di cartellino o adesivo – dovrà riportare ben in vista, a beneficio del consumatore, le istruzioni per  lavare questi capi rilasciando il minor numero di micro fibre possibile».
Ed ecco l’appello lanciato:
«Attiviamoci affinché in Italia venga approvata una legge a protezione dei nostri mari, che darebbe un forte impulso economico alla nostra filiera tessile, notoriamente legata alla produzione di capi in fibre naturali come il cotone, la lana, la seta, il lino, la canapa ed il bamboo e che quindi crei nuovi posti di lavoro nel nostro Paese».

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