Si è tenuta a Milano l’Assemblea Costituente della rete italiana Fridays for Future, con oltre cento città rappresentate e oltre cinquecento ragazzi a partecipare.
Oltre 500 giovani venuti da tutta Italia, oltre cento città rappresentate all’aula magna Levi dell’Università Statale di Milano dove si è tenuta l’assemblea costituente nazional della rete italiana (movimento del tutto apartitico) dei Fridays for Future, i gruppi nati sull’esempio della sedicenne svedese Greta Thunberg. Dopo le grandi manifestazioni del 15 marzo, il movimento è cresciuto senza organizzazione e grazie al protagonismo dei giovani e ora i gruppi sentono la necessità di coordinarsi, benché con una rete “leggera” e senza particolari vincoli.
Il contenuto che accomuna tutti i ragazzi è la preoccupazione per il clima, l’imminente catastrofe e dunque, la rivendicazione unanime, il rispetto degli accordi di Parigi e la riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030, la decarbonizzazione entro il 2050.
Sul piano politico si vede l’attivismo dei sindacati studenteschi e si avverte la spinta generazionale si sente, soprattutto l’ansia di non avere più tempo: “Siamo la prima generazione a subire gli effetti del riscaldamento climatico e l’ultima che può fare qualcosa”.
C’è un richiamo costante al valore della scienza e delle competenze: “Se non vengono ascoltate è solo per il peso delle solite élites, dei poteri” e si fanno i nomi di grandi finanziarie come JP Morgan.
Questo fa il paio con l’altro grande protagonista dell’assemblea: il comportamento individuale. In presidenza non ci sono bottiglie di plastica ma solo borracce, l’invito a cambiare gli stili di vita è ripetuto e con esso il no al consumismo e la battaglia per il “riciclo e il riuso”. C’è chi propone di istituire la tassa su chi inquina o misure come le cauzioni sui bicchieri di vetro per i locali invece di utilizzare la plastica.
Da Venezia c’è l’invito a collegarsi alle lotte dei comitati contro le “grandi opere” – vedi No Tav – si fa riferimento alle trivelle, ma su questo poi si sviluppa forse la vera divergenza, accennata con tranquillità e senza acrimonia, tra chi sostiene che Friday for future debba avere come unico obiettivo il riscaldamento climatico e chi pensa ad alleanze con altre lotte ambientaliste e quindi con una visuale più ampia.
L’assemblea ha trovato un accordo sulla forma orizzontale e “flessibile” del coordinamento nazionale che non deve pesare sulle realtà locali e deve decidere consensualmente. E poi è stato lanciato l’invito alla prossima grande giornata di mobilitazione, il 24 maggio, un altro sciopero generale per il clima. E il 19 aprile a Roma, all’appuntamento consueto del venerdì per protestare sul clima, è prevista la presenza proprio di Greta Thunberg.
E sul numero di maggio della rivista Terra Nuova troverete uno speciale dedicato alle iniziative dei giovani per il clima e alla rete Fridays for Future Italia.