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In migliaia a Roma alla marcia per il clima e contro le grandi opere

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Sono arrivati nella capitale quasi duecento pullman da tutta Italia per la marcia per il clima e contro le grandi opere che si è tenuta sabato 23 marzo, con la partecipazione e l’adesione dei tanti movimenti che in Italia si impegnano a difesa del territorio.
Sono giunti a Roma da ogni parte d’Italia, con quasi duecento pullman organizzati, ma anche singolarmente, e in treno. Alla manifestazione per il clima e contro le grandi opera inutili hanno partecipato tantissimi movimenti che da decenni si battono nei territori, ma anche i giovanissimi che lo scorso 15 marzo hanno scioperato contro il climate change nella giornata del  Fridays for Future, al pari dei loro coetanei di tutto il mondo.
C’erano le bandiere delle associazioni e dei comitati per l’ambiente e i cartelli con le rivendicazioni della più recenti lotte ecologiche globali. «Un connubio naturale, quello tra chi si oppone alle grandi opere e chi rivendica giustizia climatica. Connubio che passa dalla consapevolezza che non esistono modelli di sviluppo sostenibili nel capitalismo e dalla conseguente necessità di costruire una società libera dall’estrattivismo, dal colonialismo, dalle diseguaglianze sociali» ha scritto Global Project.
Quella che è emersa è l’urgenza di invertire radicalmente la marcia sulla questione climatica e di porre fine allo spreco di denaro per grandi opera giudicate inutili e impattanti. Ma si percepisce in maniera netta anche il respiro della speranza, del desiderio di mettere in comune lotte e istanze che nascono dal basso, dell’entusiasmo di chi – oltre ai fossili – vuole lasciare sotto terra anche la rassegnazione. 
Al presidio a Porta Pia sono stati esposti due grandi striscioni “Una sola grande opera casa e reddito per tutti/e” e “Basta guerra ai migranti. Free Mare Jonio. I porti non si chiudono #indivisibili”. Il presidio si poi è spostato verso piazza della Repubblica, unendosi nel percorso con gli studenti e le studentesse partiti dalla Sapienza in direzione del concentramento della grande marcia per il clima e contro le grandi opere inutili.
«Il futuro del nostro Paese lo dobbiamo decidere noi. A sarà dura» si apre così, con un noto slogan dei NoTav, l’attesissimo corteo, che parte da una piazza della Repubblica gremita.

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