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Omeopatia. Presentati a Firenze gli studi di Bellare: principi attivi nelle diluizioni omeopatiche

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Jayesh Bellare, professore di ingegneria chimica in India, grazie al microscopio elettronico a trasmissione (TEM) ha dimostrato in maniera incontrovertibile la presenza di un rilevante numero di molecole di principio attivo in tutte le diluizioni omeopatiche. I suoi studi sono stati discussi nell’ambito del seminario internazionale tenutosi a Firenze durante l’ottavo convegno triennale della Siomi.
Jayesh Bellare, professore di ingegneria chimica in India, grazie al microscopio elettronico a trasmissione (TEM) ha dimostrato in maniera incontrovertibile la presenza di un rilevante numero di molecole di principio attivo in tutte le diluizioni omeopatiche. I suoi studi sono stati discussi nell’ambito del seminario internazionale tenutosi a Firenze durante l’ottavo convegno triennale della Siomi.
Terra Nuova aveva avuto modo di illustrare tali risultati nel dossier “Basta una goccia” pubblicato sul numero di maggio 2018 della rivista, proprio grazie a una intervista alla dottoressa Simonetta Bernardini, presidente della Siomi.
Jayesh Bellare ha dimostrato in maniera incontrovertibile la presenza di un rilevante numero di molecole di principio attivo in tutte le diluizioni omeopatiche dalla 6C alla 200C. «Tali molecole che si mantengono in numero pressochè costante in tutte le successive diluizioni vengono stabilizzate dai metasilicati provenienti dal vetro utilizzato per preparare le diluzioni stesse» spiega la dottoressa Bernardini – Tali aggregati costituiscono una riserva chimica di molecole le quali poi possono interagire con i substrati biologici e dare effetto all’attività del medicinale omeopatico. Certo, sono piccole dosi (nanomoli), ma sufficienti a dare una risposta terapeutica secondo i principi della farmacologia delle microdosi, una parte della farmacologia ortodossa sempre più in sviluppo negli ultimi anni. Inoltre, è stato sottolineato come i risultati osservati siano spiegabili con il meccanismo dell’ormesi (stimolazione a basse dosi), come ha ribadito il prof Edward Calabrese, tossicologo dell’Università di Ahmerst, Massachusetts, massimo esperto al mondo di questo sistema di interazione delle sostanze con gli organismi viventi».
«In pratica si tratta di un rovesciamento di azione tra una dose (grande) tossica e una dose (piccola) che ha invece un effetto terapeutico – prosegue Bernardini – Come l’omeopatia la quale si basa sulla somministrazione di dosi infinitesimali di sostanze che ad alte dosi hanno proprio una azione tossica sull’organismo (principio della similitudine omeopatica). I principi della farmacologia delle microdosi e dell’ormesi furono annunciati già nel 2006 dal prof. Andrea Dei (Università di Firenze) (1) e adottati come modello operativo dalla Società Italiana di Omeopatia e Medicina Integrata (SIOMI)».
(1) Hormesis may provide a central concept for homeopathy development. Toxicology and Applied Pharmacology 211 (2006) 84–85

Omeopatia: congresso mondiale a settembre in Italia

A settembre 2019 si terrà a Sorrento il 74° congresso mondiale di omeopatia; l’appuntamento sarà all’Hilton Palace di Sorrento dal 25 al 28 settembre. L’evento è promosso dalla Liga Medicorum Homeopathica Internationalis e richiamerà in Italia medici e ricercatori da tutto il mondo. Il titolo dato a questa edizione è “La medicina del futuro dal cuore antico. La similitudine a tutti i livelli di conoscenza” e nel programma scientifico sono previsti interventi di relatori di caratura nazionale e internazionale su ricerca clinica, proving, agro-omeopatia, veterinaria, odontoiatria, metodologia clinica e integrazione dell’omeopatia nell’ambito del Servizio sanitario nazionale. Sono aperte le iscrizioni e verranno richiesti gli ECM per i medici.
Per informazioni e iscrizioni: www.lmhi2019.org.

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